Cantine San Marzano, rinascita salentina. Il Primitivo e i suoi fratelli, brand della terra tra i due mari

Cantine San Marzano, rinascita salentina. Il Primitivo e i suoi fratelli, brand della terra tra i due mari

di Alessandro Brizi
A San Marzano, nel Salento, in un territorio stretto fra due mari, dove la terra è rossa e i volti dei contadini nascondono arcaici e fieri profili ellenici, si vive una rinascita vinicola e culturale senza precedenti, condotta da Cantine San Marzano e dal suo direttore Mauro di Maggio, presidente, inoltre, del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria.

Fondata nel 1962 da 19 vignaioli, San Marzano rappresenta in questo spicchio di Salento la storia del vino. Con i suoi oltre 1.200 soci e più di 1.500 ettari di vigneto, la cantina è il motore dell'economia rurale della zona, «una realtà afferma di Maggio che non può prescindere dal territorio, unico e vero brand aziendale». Oltre 10 milioni le bottiglie prodotte, con il Primitivo a fare la parte del leone, insieme a varietà locali come Negroamaro e Malvasia nera ma anche uve d'oltreconfine quali Vermentino e Chardonnay, per un'offerta caleidoscopica, fatta di rossi golosi, rosati della tradizione e fragranti bianchi.

Due gli asset produttivi: i vigneti dei soci e le proprietà dirette. I primi sono controllati dagli agronomi aziendali, supportati da centraline per una viticoltura di precisione; le seconde, invece, rappresentano dei veri e propri eden dell'ambiente salentino. «Queste ultime spiega il direttore sono la Valle del Sessant'anni (da cui proviene il Primitivo top wine dell'azienda, n.d.r.), dove dimorano antiche piante ad alberello che abbiamo rilevato da vecchi soci, e Masseria Samia, 120 ettari sullo Ionio. Qui prosegue sogniamo, realizzando un vigneto e un giardino mediterraneo. Su 60 ettari sono coltivati cloni secondari delle uve del territorio, su altri spazi abbiamo, invece, piantato 2.000 alberi di germoplasma mediterraneo, tutte varietà di frutti perduti a causa dell'industrializzazione dell'agricoltura, oltre a un giardino delle spezie e ristrutturato una decina di pajari, simili ai trulli».

Masseria Samia è «una guida conferma di Maggio per la piccola agricoltura, fatta di giovani che ripopolano le terre dei nonni. Una sorta di chioccia che protegge le piccole imprese, spingendole a un'agricoltura locale bio e sostenibile».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Settembre 2020, 08:49
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