Isole Eolie tra mare, natura e cucina: il 7 aprile a Lipari lo spettacolo gastronomico con i profumi e i sapori della tradizione

Far conoscere il territorio dall'interno e avvicinare le nuove generazioni al mondo della ristorazione: questo l'obiettivo dei quaranta chef presenti all'evento

Isole Eolie tra mare, natura e cucina: il 7 aprile a Lipari lo spettacolo gastronomico con i profumi e i sapori della tradizione

L’orgoglio di un arcipelago incastonato con le sue sette perle tra la Sicilia, cui appartiene, la Calabria e uno sguardo allungato sulla Campania. La voglia di portare la propria storia e la propria tradizione, cullate dal mare, al di là dei propri confini. Le Isole Eolie si affacciano oltre, cercando strade per raccontarsi nel resto d’Italia e nel mondo, più di quanto non siano già note per il mare, la natura, il turismo che è acquatico ma anche di terra, grazie all’origine vulcanica, ai percorsi trekking battuti soprattutto da tedeschi e francesi. E il soffio di Eolo che arriva fino agli Stati Uniti e all’Australia, terre di migrazione da cui c’è sempre la spinta contraria per il ritorno alle origini: a risentire vecchi, indimenticabili sapori. Eolie nel mondo, è il mantra che ha acceso i led progettuali dei ristoratori eoliani, portabandiera di una iniziativa che affonda le radici dentro l’associazionismo virtuoso per veicolare il dna delle isole più legato al gusto, ai sapori, all’arte gourmet che da sempre è uno dei fili conduttori più vivaci della storia dell’arcipelago.

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I sapori delle Eolie

I capperi, la malvasia, il pesce del mare di casa, dallo spada, alle spatole, al tonno, l’alalunga, le occhiate. E poi melanzane in tutte le salse, dalla caponata al sott’olio nudo e crudo. E il pane cunzato, il piatto “povero” da arricchire con quanto c’era in casa, oggi riproposto nelle salse più disparate. Le Eolie sono dentro questo tripudio di sapori, profumi, che stordiscono e conquistano. E che diventano arte in cucina. E come in un percorso itinerante del gusto che cancella i confini e si mescola nel territorio nazionale e internazionale, ecco che A.R.I.E. - l’associazione dei ristoratori delle Isole Eolie presieduta da Angelo Paino, tra i top della ristorazione liparota - diventa il veicolo di questo cammino virtuoso che nasce dalla valorizzazione di un territorio da oltre vent’anni patrimonio dell’Unesco. Il laboratorio delle idee nasce dai locali dei quaranta ristoratori che hanno dato vita al progetto ispirato ad una razionalizzazione dei percorsi culinari da far conoscere nel mondo.

Perché il concetto primario è quello di valorizzare una cucina che guarda al proprio territorio, al proprio ambiente, e lì trova i prodotti autoctoni da esaltare nelle proposte in cucina.

Da Lipari a Panarea, da Vulcano a Stromoli, Panarea, Salina, Filicudi e Alicudi, la cultura eoliana del buon cibo esalta le antiche tradizioni culinarie delle isole con l’obiettivo di mantenere sempre all’avanguardia la propria offerta. Non solo: i ristoratori eoliani vogliono far crescere anche il proprio territorio dall’interno, e attraverso le scuole avvicinare le nuove generazioni al mondo della cucina con progetti a loro dedicati. Questo significa anche porsi - attraverso la neonata associazione A.R.I.E. - come interlocutori attenti e propositivi nei confronti delle Istituzioni del territorio regionale e di settore per offrire il proprio contributo di esperienza, cultura e conoscenza sui temi del turismo e contribuire così a promuovere in Italia e nel mondo il grande patrimonio culturale ed ambientale eoliano.

L'evento

L’evento del 7 aprile a Lipari, dal titolo "Il Convivio di Eolo" presso il ristorante “FIlippino”, metterà gli chef dei ristoranti aderenti nella condizione di dar vita ad esaltanti showcooking dove protagonista sarà la straordinaria cucina eoliana che si esprimerà attraverso tanti piatti della tradizione. Gran finale sarà il dolce affidato alle sapienti mani di alcune donne delle isole che presenteranno dolci tipici delle Eolie preparati secondo antiche ricette: dagli spicchiteddi di Filicudi, i biscotti delle feste fatti con farina 00, zucchero, mandorle, cannella e vino cotto,  ai piparelli (alla farina si aggiungono mandorle, chiodi di garofano, zucchero e miele), fino ai giggi (pasta fritta e ricoperta da una glassa di vino cotto e zucchero) e ai classici sesamini da intingere nella malvasia. Molto più delle granite, delle cassate e dei cannoli che pure riempiono la tavola eoliana. Il mare, la terra vulcanica e la cucina: il dna delle Eolie scorre lungo queste tre direttrici e nobilita una terra dove ciascuna delle sette perle si incastona in un tutt’uno. E crea storia e tradizione da diffondere e far conoscere sempre di più.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Marzo 2024, 12:32
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