Da oggi parte la cassa integrazione per i dipendenti delle aziende dell'indotto ex Ilva. E i timori già espressi nel corso di queste settimane di perdere i crediti vantati con Acciaierie d'Italia si fa ancora più concreto, mentre si attende la decisione del tribunale di Milano sulla richiesta di “protezione” della società nei confronti dei creditori per crediti stimati in 3,1 miliardi di euro.
La protesta
A Taranto, intanto, le aziende dell'indotto hanno bloccato il traffico con un sit in davanti all'ingresso della prefettura, per protesta contro l'ipotesi di amministrazione straordinaria. Le aziende hanno consegnato le chiavi al prefetto di Taranto, «avendo constatato l'assenza di responsabilità politica a tutela delle imprese che hanno consentito alla grande fabbrica di essere considerata strategica per il Paese e hanno sempre lavorato e pagato le tasse». Lo scrive in una lettera allo stesso prefetto, il presidente di Aigi, Fabio Greco che, accompagnato da una delegazione, incontrerà il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Quest'ultimo, infatti, ha proposto al Governo di farsi carico con risorse regionali del pagamento dei debiti maturati da Acciaierie con l'indotto.
La lettera
La lettera esprime «la rabbia, la costernazione e la profonda preoccupazione» per la grave situazione di incertezza che si registra sulla vicenda ex Ilva di Taranto «ormai ad un passo dalla seconda amministrazione straordinaria nel giro di dieci anni».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Febbraio 2024, 17:42
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