Roma, duro confronto tra Garcia e i giocatori.
La crisi è anche colpa del tecnico

Roma, duro confronto tra Garcia e i giocatori. ​La crisi è anche colpa del tecnico

di Francesco Balzani, Romolo Buffoni
ROMA – Rivedi Napoli e poi sbotti. Potrebbe essere il titolo del day after a Trigoria. A Garcia l'atteggiamento della Roma al San Paolo non è andato giù e ieri, dopo aver fatto rivedere come di consueto la partita ai giocatori (mettendo in pausa ogni 5 minuti per far notare i tanti errori), ha usato le maniere forti per risvegliare una squadra che sembra la lontana parente di quella che fino a un mese fa stupiva l'Italia e l'Europa.





«Adesso basta. Non si può entrare in campo così. Siamo stati vergognosi. È ora di cambiare atteggiamento e tirare fuori gli attributi. Dov'è la vostra personalità?», sono alcune delle parole urlate a gran voce dal tecnico in faccia a Totti e compagni.

Non si è salvato nessuno. Qualcuno ha provato a dire la sua, ma è stato zittito dall'ira di Rudi che, nel pomeriggio, si è anche confrontato con Sabatini e Baldissoni sul momento no della squadra che preoccupa anche Pallotta.



Tutti si aspettano un cambio di rotta già mercoledì nella durissima trasferta di Monaco che chiude due settimane da incubo. In tribuna ci sarà proprio Pallotta. In campo, invece, dovrebbe rivedersi Maicon che anche ieri non si è allenato (riposo programmato, assicurano da Trigoria). Infine un dato: 14 gol sui 15 subiti in totale finora sono arrivati con in campo la coppia Manolas-Mbiwa.



LE COLPE DI GARCIA (di Romolo Buffoni) La chiesa è ancora al centro del villaggio? Garcia sta vivendo il suo peggior periodo romano negli stessi giorni in cui l’anno scorso si esaltò: il 31 ottobre 2013 la sua Roma centrò il record delle 10 vittorie iniziali consecutive; sabato scorso a Napoli è incappata nella sconfitta di campionato più netta (al di là del punteggio). Ad aprire le voragini è stato l’1-7 col Bayern, ma ci sono crepe evidenti da un po’. Come quella del terzino sinistro. Come lo scarso repertorio offensivo, fatto al 90% dagli spunti di Gervinho, dalle invenzioni di Totti e dalle discese di Maicon. Le attenuanti non mancano (vedi il lungo ko di Castan) e la corsa scudetto non è compromessa, ma dopo Manchester la squadra ha fatto pericolosi passi indietro.

1) ALLERGIA AI BIG MATCH

Il bilancio della Roma di Garcia nelle sfide con Juventus e Napoli è eloquente: 9 partite tra campionato e coppa Italia con tre vittorie (1 con la Juve e 2 col Napoli) e 6 sconfitte. Nelle tre sfide al San Paolo, tutte perse, 0 gol segnati.

2) ECCESSO DI SUPERBIA

È un macigno l’1-7 col Bayern, affrontato con Iturbe-Totti-Gervinho e Pjanic. Squadra troppo sbilanciata contro avversari di acclarato livello superiore. Azzardato dire: «Vinceremo lo scudetto» qualche giorno dopo il ko con la Juve.

3) ROMA DIPENDENTE DA TOTTI E GERVINHO

Senza le invenzioni di Gervinho è molto difficile che la Roma riesca ad essere pericolosa. È inevitabile che la dipendenza dall’ivoriano diventi un limite della squadra. E se Totti non è in giornata Gervinho “non parte”.

4) ITURBE AI MARGINI

L’argentino è stato pagato 28 milioni diventando l’acquisto più costoso della Roma americana, il terzo più oneroso della storia giallorossa dopo Batistuta e Cassano. Eppure Iturbe non ha ancora un ruolo definito in squadra, non è un titolare.

5) DESTRO POCO CONSIDERATO

Con 4 gol è il capocannoniere della Roma, ma Destro resta una riserva della Roma di Garcia. Il marchigiano è visto come cambio di Totti, ma in campo ricopre una posizione totalmente diversa dal capitano. Possibile che non possano giocare insieme?

6) TROPPI INFORTUNI

Su 14 infortuni registrati da inizio stagione, ben 12 hanno natura muscolare. Garcia in questo caso divide il banco degli imputati col preparatore atletico Rongoni: anche la sua Lazio, col doppio impegno campionato Europa League, ebbe questi problemi.
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Novembre 2014, 10:29

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