Italia-Ucraina, Bertolino: «Spalletti è un filosofo illuminante che sa coinvolgere i suoi giocatori» Articolo dello speciale di Leggo

Il comico milanese: «Mi piace vedere tanti interisti in Nazionale»

Italia-Ucraina, Bertolino: «Spalletti è un filosofo illuminante che sa coinvolgere i suoi giocatori» Articolo dello speciale di Leggo

di Ferruccio Gattuso

Enrico Bertolino e il calcio, storia di un amore anticostoria di un amore antico. A volte corrisposto dal calcio (quando vince la sua Inter), a volte un po’ meno («ma il calcio deve essere anche sofferenza, ti forma e ti insegna che a quel gioco partecipano tutti»). San Siro, per il comico milanese cresciuto al quartiere Isola ai tempi in cui i locali fighetti non c’erano e la lingua ufficiale era il dialetto è una casa «ma – spiega – ci vado solo per l’Inter, perché l’Inter mi fa soffrire e io voglio soffrire. Con gli azzurri sono troppo rilassato, mi sento come alla bocciofila».

Questo articolo fa parte dello speciale di Leggo che verrà distribuito gratuitamente allo stadio "Meazza" di Milano martedì 12 settembre prima della partita Italia-Ucraina 

Dunque per Italia-Ucraina, match che vale le qualificazioni agli Europei, non sarà al Meazza?

«Vedrò la partita da casa, perché gli Azzurri sono sempre gli Azzurri. Ma conservo energie per il Derby alle porte, quando starò veramente male».

La sua squadra del cuore dà parecchi giocatori alla Nazionale: felice o preoccupato?

«Ne sono contento. Penso a giocatori come Barella, Frattesi e Bastoni: la Nazionale è una rivalutazione ulteriore del loro talento. Frattesi poi, di questi tempi, gioca più in nazionale che nell’Inter: con Inzaghi deve aspettare il momento giusto. Ecco, l’importante è che tutti questi giocatori tornino a casa senza farsi male».

Luciano Spalletti, il nuovo Ct dell’Italia: le piace?

«Sempre piaciuto, già dai tempi dell’Inter. Lui è un filosofo, ha sempre questo approccio illuminante. Sa coinvolgere i giocatori, e ha una filosofia del lavoro che a me, milanese, piace molto. Vincere a Napoli non è facile, eh».

Cosa pensa dell’addio di Roberto Mancini?

«Partiamo dal presupposto che il denaro non è lo sterco del demonio.

Quindi se lo pagano profumatamente fa bene ad andare a guadagnare. Solo che da lui, per lo stile che gli ho sempre riconosciuto, mi sarei aspettato più sincerità. Bastava dire la verità, invece ha tirato fuori quelle incomprensioni con la Federazione. Poi, ovvio, a parità di rottura di maroni, avercele con lo stipendio saudita è meglio».

Ecco, i soldi dei Sauditi nel calcio: sono un bene o un male?

«Dipende. Finché in Arabia ci va Cristiano Ronaldo, che è una macchina da soldi e ormai ha l’età che ha, va bene. Ma quando ci va un Milinkovic Savic o addirittura Gabri Veiga che era vicino al Napoli e ha 21 anni, mi sale la tristezza. Andarsi a seppellire laggiù, a dribblare cammelli, mi sembra una cosa assurda».

Conosce e teme qualche giocatore ucraino?

«Devo essere sincero, no. Spero solo che il loro portiere oggi venga impegnato. Tra l’altro dovrebbe essere Trubin, che è stato vicino all’Inter e adesso è al Benfica».

Come si avvicina al Derby?

«Incrocio le dita e penso a Lautaro Martinez: io spesso vado in Brasile per la mia onlus Vida a Pititinga e perché mia moglie è brasiliana, e torno rincoglionito. Spero che lui, che ha 26 anni, torni fresco».

Italia-Ucraina è partita dall’alto valore simbolico: è ottimista o pessimista per le sorti della guerra in Ucraina?

«Né l’uno né l’altro, sono realista. Finché non si trova un terreno di dialogo non ci si muove. È come giocare con due tattiche speculari, si specchiano con attacchi e finta diplomazia. Invece ci vorrebbero finti attacchi e vera diplomazia».

Quali sono i suoi progetti di artista e showman?

«Sto andando e venendo da Roma per una parte in un film tv sulla vita di Paolo Villaggio, che andrà in onda su Rai1 nel 2024. Le riprese durano settembre e ottobre. Sto scrivendo due spettacoli, uno è un classico stand up comedian show e uno è più musicale. Infine sto scrivendo anche un programma televisivo dedicato al mondo del lavoro, e vedremo a chi piacerà: voglio parlare di lavoro in modo ironico e utile, mai in modo ridanciano».


Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Settembre 2023, 06:00

© RIPRODUZIONE RISERVATA