Italia-Ucraina, Pizarro: «Spalletti lavora tutti i giorni come un matto, ogni tanto sbrocca ma fa sempre bene» Articolo dello speciale di Leggo

L'ex centrocampista di Udinese, Inter e Roma racconta il nuovo ct dell'Italia, che è stato suo allenatore

Italia-Ucraina, Pizarro: «Spalletti lavora tutti i giorni come un matto, ogni tanto sbrocca ma fa sempre bene» Articolo dello speciale di Leggo

di Francesco Balzani

Sono tanti i calciatori più o meno famosi a dover ringraziare Luciano Spalletti in questi anni di serie A. Tra questi chi merita senza dubbio il podio è David Pizarro. Il Peq scoperto a Udine dal tecnico azzurro e poi esploso a Roma - dopo l’esperienza all’Inter - al fianco di De Rossi in un modulo che permetterà ai giallorossi di sfiorare due volte lo scudetto, vincere 2 coppe Italia e dominare in Europa agli ottavi di Champions con Lione e Real Madrid. Il regista cileno, è diventato l’emblema di un ruolo che oggi in Nazionale si contendono Jorginho, Cristante e Verratti. Dal 2021 ha la qualifica UEFA A a Coverciano che consente di poter essere tesserato come allenatore in seconda sia in Serie B che in Serie A.

Questo articolo fa parte dello speciale di Leggo che verrà distribuito gratuitamente allo stadio "Meazza" di Milano martedì 12 settembre prima della partita Italia-Ucraina 

Spalletti in Nazionale, se lo aspettava?

«Sinceramente no. Nel senso che non l’ho mai visto come un selezionatore, lui è un grande uomo di campo abituato a lavorare come un matto tutti i giorni. Però è una gran bella sfida, sono convinto che farà bene. Poi lui è uno che sorprende sempre, non mi meraviglierei per esempio di rivederlo un giorno a Napoli o Roma».

Chi è Spalletti per David Pizarro?

«Spalletti mi ha cresciuto, mi ha formato come calciatore in un campionato che conoscevo poco. E con lui mi sono anche divertito tanto e ci ho anche litigato in qualche occasione. Mi ha sempre voluto nelle sue squadre. Mi voleva anche quando è andato allo Zenit. Ma in quel caso gli ho detto no, era troppo.

E’ uno che parla in faccia, che ti guarda fisso negli occhi. Certo a volte sbrocca un po’, e in Nazionale non so quanto sarà facile trattenersi. Pensa che ci siamo conosciuti su un lettino d’infermeria a Udine. Io ero infortunato, lui entra per parlare a un dottore che gli comunica che Alberto non ce la fa. Stavamo lottando per la salvezza. Luciano comincia a dare le capocciate al muro. Ma capocciate vere eh, mica per ridere».

L’Italia saprà assimilare il suo calcio?

«Il suo calcio si adatta molto ai giocatori che ha. Per esempio Roma e Napoli sono state due squadre spettacolari ma diverse. In azzurro ha privilegiato l’uno contro uno avendo pure uno come Kvaratskhelia. La Roma invece andava più in verticale, sfruttava tagli e inserimenti di giocatori come Perrotta e poi nella sua seconda avventura Nainggolan. In azzurro ritrova 3-4 giocatori che aveva a Napoli, loro dovranno essere bravi a trainare il gruppo che di certo non ha stelle come un tempo. Insomma un Totti non lo vedo. Certo Spalletti non avrà molto tempo e il calcio di Mancini è abbastanza diverso dal suo, io sono stato allenato da entrambi. Ora però c’è poco tempo per gli esperimenti, bisogna vincere subito. Il suo modo di preparare le partite resta unico. In campo succedeva quello che ci trasmetteva in settimana. Anzi se gli serve una mano sono qui (ride, ndr)».

Sa che Verratti lo considera un mito?

«E’ un grande giocatore, dispiace non averlo visto in A. Lo consideravo perfetto per molti club tra cui la Roma, ma ormai credo sia tardi. Una battuta sul campionato, chi vince lo scudetto? «Devo ammettere che l’Inter come rosa fa paura, se riesce a mantenere continuità credo sia la favorita». riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Settembre 2023, 06:00

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