Guido De Angelis, il Chinaglia delle radio romane: «La radiocronaca più bella? Il gol di Di Canio nel derby 2005»

De Angelis, il Chinaglia delle radio romane: «La cronaca più bella? Il gol di Di Canio nel derby 2005»

di Marco Esposito

È il Giorgio Chinaglia della radiofonia. Lui si schernisce: «Magari avessi la sua forza. Ma forse somiglio di più a Dino Zoff». Lui è Guido De Angelis, una vita passata a raccontare la Lazio. Un narratore direbbero oggi.

Guido De Angelis, 40 anni di Lazialità.
«Ho iniziato nel 1979 a Radio Stand By. Era il periodo delle Radio Libere, le prime trasmissioni. C'eravamo io e Mimmo Ferretti, io facevo una trasmissione dedicata alla Lazio, lui alla Roma».
 

 


Eravate pionieri.
«Quando qualcuno ci telefonava chiedevamo: Ai Parioli sentite bene la radio? Un fascino pazzesco».

Quando c'è stata la svolta?
«Quando arrivai a Radio Incontro, del povero Pino Castiello. Cambiai registro, alla competenza aggiunsi sempre più passione. Fu la chiave vincente».

Poi c'è anche Lazialità, la rivista.
«Negli anni '80 c'erano tre riviste dedicate alla Lazio, una diretta da Galeazzi, una da Ezio Luzzi e una della società. Andrea Abodi era direttore della rivista ufficiale, mi chiamò per collaborare. Cominciai così»

E quando nasce Lazialità?
«Nel 1985. Non poteva esserci un nome migliore, scelsi Lazialità. All'inizio sembrava un flop. Poi la trasformammo in un tabloid gratuito da distribuire allo stadio. Poi con Dino Zoff arrivò la consacrazione. Era presidente della Lazio da due giorni. Mi fece chiamare e mi disse: Voglio che la tua rivista diventi quella ufficiale. Io stavo per svenire. Lo è rimasta fino a dieci anni fa. Lazialità oggi è un bimestrale: facciamo monografie, puntiamo sulla storia»

La radiocronaca più bella?
«Il derby del gol di Paolo di Canio il 6 gennaio 2005. Quindici anni dopo il gol sotto la sud»

Chi incarna o ha incarnato la lazialità?
«Giorgio Chinaglia. Rappresenta tutto ciò che vogliono i tifosi»

I due momenti più belli della storia della Lazio.
«L'era di Cragnotti. La vittoria in Supercoppa contro il Manchester».

Il secondo?
«Sono molto legato alla Lazio di Fascetti, quella della partita contro il Vicenza, del gol di Fiorini che ci evitò la serie C. Ma la squadra più amata è quella di Maestrelli. Altro che Leicester, fu qualcosa di irripetibile».



C'è un rammarico in questi 40 anni di Lazio?
«Non essere riuscito a raccontare un gol di Chinaglia in una radiocronaca»

C'è un giocatore della squadra di oggi che le regala emozioni particolari?
«Potrei dire Lulic per tanti motivi.

Immobile lo sta diventando, ma se devo fare un nome, faccio quello di Acerbi».


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Novembre 2021, 18:41

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