Fabio Cannavaro compie 50 anni: «Stasera festeggio il compleanno a Napoli con un po' di amici (400). In futuro? Voglio allenare in Italia»

L'ex pallone d'oro tira una linea dopo il traguardo importante raggiunto e guarda al futuro con decisione e determinazione

Fabio Cannavaro compie 50 anni: «Stasera festeggio il compleanno a Napoli con un po' di amici (400). In futuro? Voglio allenare in Italia»

di Redazione Web

Fabio Cannavaro compie 50 anni. Oggi l'ex pallone d'oro e campione del mondo nel 2006 è consapevole che sia un traguardo importante e questa sera celebrerà il compleanno in un noto locale nel centro di Napoli: «Sarà una festa tranquilla, ho invitato un po' di amici», racconta al Corriere della Sera in una lunga intervista.

L'ex difensore di Juventus e Real Madrid, per l'occasione, ha invitato 400 persone e un po' preoccupato ammette di aver paura di aver dimenticato qualcuno: «Non vorrei fare gaffe». Per lui i 50 anni sono una tappa importante, l'età della serenità. Oggi si sente più vecchietto (racconta sorridente), ma si sente ancora bene e in forma. E dopo uno sguardo al passato e a una carriera prestigiosa da calciatore, adesso, punta ai prossimi 50 anni: «Voglio allenare».

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Fabio Cannavaro si racconta

«Ho fatto gavetta e carriera all’estero, sono stato in Iran, Arabia, Qatar, Cina.

Ho vinto e adesso vorrei tornare in panchina. Sono uno caparbio», spiega al Corriere. Purtroppo in Serie B con il Benevento le cose non sono andate come avrebbe voluto, colpa di una situazione non florida e di un mercato assente a gennaio che, sicuramente, avrebbe infuso nuove energie al gruppo. Ma adesso è tempo di pensare al domani. 

«Perché non sto allenando? Perché sono tutti convinti che l'allenatore debba fare la gavetta in Italia, come se l'esperienza all'estero non contasse. Invece è fondamentale, ti apre la mente, ti forma». Cannavaro, infatti, è stato uno dei primi giovani allenatori italiani a prendere l'aereo. Prima in Cina, poi in Arabia in quel Al Nassr dove adesso gioca un certo Cristiano Ronaldo. Erano altri tempi, certo, anche perché andarono via quasi tutti (su sua stessa ammissione) perché non pagavano gli stipendi: «Raccontarlo ora sembra un paradosso». Ed è difficile non parlare di soldi quando di mezzo c'è l'Arabia Saudita... «Non facciamo gli ipocriti, è difficile dire no a tutti quei soldi. Ma in ogni caso è anacronistico continuare a pensare che l’Italia sia il campionato più difficile, la Premier League quello più bello. Il calcio è cambiato, e poi i giocatori hanno 10 anni di attività, non possono permettersi di dire qui sì e qui no».

E anche lui, sebbene fossero tempi diversi, sa benissimo quanto ha guadagnato con il calcio, sia da giocatore che da allenatore: «Tanto. Ma ho anche speso. I soldi servono ma come mezzo. Non ti fanno felice, ma devono garantirti benessere. Compro e mi faccio regali, viaggio in business e non economy, per esempio».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Settembre 2023, 19:31

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