Berlusconi morto, Filippo Galli: «Un visionario e un precursore. Il Milan gli intitoli il nuovo stadio»

Il difensore centrale protagonista del Milan di Sacchi e Capello ricorda il presidente dei tanti trionfi rossoneri

Berlusconi morto, Filippo Galli: «Un visionario e un precursore. Il Milan gli intitoli il nuovo stadio»

di Massimo Sarti

«Sarebbe un'ottima idea intitolare il nuovo stadio del Milan a Silvio Berlusconi». A dirlo è Filippo Galli, 60 anni, uno dei protagonisti dei Milan di Arrigo Sacchi e Fabio Capello, inventati da Silvio Berlusconi, morto oggi ad 86 anni. In totale, per l'ex difensore, 325 partite tra il 1983 e il 1996, con 5 scudetti, 4 Supercoppe Italiane, 3 Coppe dei Campioni, 3 Supercoppe Europee e 2 Coppe Intercontinentali.
Filippo Galli, quindi potremmo avere in futuro uno stadio “Silvio Berlusconi”?
«Perché no. Al Real Madrid c'è il "Santiago Bernabeu", in memoria di un presidente vincente. Berlusconi con le sue squadre ha saputo vincere e convincere. Sarà difficile però se si rimarrà con l'Inter per lo stadio.

Beh, al momento ognuno sembra andare per proprio conto...

Aspettiamo. In Italia sembra che per fare uno stadio ci voglia il mago Zurlì...».


C'è un aneddoto che la lega particolarmente a Berlusconi?


«Ai tempi abitavo a Villasanta, sulla strada che da Monza (dove abito ora) porta ad Arcore. Più di una volta Berlusconi mi chiamò per parlare di calcio, nei giardini di Villa San Martino. Parlava del gioco ed aveva un debole, ma chi non ce l'aveva, per Marco Van Basten. Io più che parlare, ascoltavo».


Cosa è stato Berlusconi per lei? Per tutti voi del Milan?


«È stato un visionario, un precursore.

Ha portato il Milan sul tetto del Mondo come si era ripromesso di fare. Alle parole seguirono i fatti, non capita spesso. Seppe scegliere bene management, giocatori ed allenatori, con Sacchi prima e Capello poi. Con grande coraggio. E con un Milan dal gioco piacevole e a tratti spettacolare. Ha regalato spettacolo alla gente, ai tifosi».

Ha parlato di coraggio. Berlusconi coraggioso e Berlusconi visionario stanno venendo fuori spesso come aggettivi nelle parole di chi lo sta ricordando...

«Per essere un visionario bisogna essere coraggiosi, per andare contro le consuetudini. Quando prese il Milan c'era la forza della famiglia Agnelli, tanti giocatori andavano alla Juventus. Poi lui ha cominciato a rompere questa egemonia, a cambiare gli equilibri e a regalare anni straordinari ai rossoneri. Ha saputo cambiare il calcio, quando il calcio ancora oggi fa fatica a cambiare».

Il presente per Berlusconi è stato il Monza...


«Ha avuto un'altra intuizione. Soprattutto ha avuto la voglia di rimettersi in gioco insieme ad Adriano Galliani, suo braccio operativo da sempre non solo nel mondo del calcio. Il tutto per regalare a Monza, città a lui vicina, palcoscenici prima mai calcati. Quest'anno la squadra ha fatto un campionato straordinario: e non sempre agli investimenti corrispondono i risultati. In Brianza il presidente si è ripetuto».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Giugno 2023, 21:52

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