«Una situazione così non si è mai vista, anzi, se mi deve venire in mente un paragone... solo con Calciopoli». Da questa intercettazione ambientale captata dai finanzieri in un ristorante del centro di Torino si capisce la portata dell’inchiesta che ha travolto la Juventus. La confidenza venne fatta il 21 luglio 2021 durante una cena tra l’ex dirigente Stefano Bertola (ora indagato) e il direttore sportivo Federico Cherubini (non indagato), pochi giorni dopo l’apertura di una verifica ispettiva della Consob sulle plusvalenze del club bianconero. E adesso la Juve si ritrova impegnata su diversi fronti: da una parte si prepara alla battaglia giudiziaria per l’indagine Prisma che l’ha travolta, dall’altra consolida la posizione di Allegri al centro dell’area sportiva, con più responsabilità a livello gestionale, confermando anche il ds Cherubini. A giugno si faranno nuove valutazioni definitive e non è da escludere il rientro di Del Piero, Chiellini o Buffon. Il fronte più delicato rimane quello della dirigenza, azzerato dalle dimissioni in blocco del Cda dopo l’esplosione dello scandalo.
La priorità
La priorità di John Elkann è ricompattare un ambiente in subbuglio, le sue parole all’investor Day Exor dettano la nuova linea: «La situazione è molto chiara, così come la direzione verso cui proseguire. La Juventus avrà un nuovo Consiglio di amministrazione presieduto da un professionista, Gianluca Ferrero, in grado di affrontare le diverse problematiche che emergeranno. Ha un direttore generale che guiderà la società con ottime capacità nelle aree in cui la Juventus è presente, Maurizio Scanavino». E ancora: «Il calcio è un settore di grande valore e pensiamo che gli ingredienti di cui dispone la Juventus, e la leadership che la dirige, la renderanno di valore superiore a quello che ha oggi. Non c’è bisogno di un nuovo aumento di capitale».
Agnelli rompe il silenzio
Il rosso di 254 milioni di euro, però, allarma dopo due ricapitalizzazioni da 700 milioni in totale.
La prudenza di Gravina
Sul caso è sceso in campo anche il numero 1 della Figc, Gabriele Gravina, invitando alla prudenza: «Se vogliamo andare sul linciaggio di piazza non è un problema, ma stiamo calmi perché temo che possa riguardare anche altri soggetti. In Italia in tutti i campi si considera colpevole anche chi non è stato ancora condannato e basta poco per diventare oggetto di un linciaggio pubblico». A margine di un convegno sul calcio dilettantistico che si è tenuto a Napoli, Gravina si è detto disposto ad aprire una riflessione sui problemi del sistema, dai bilanci gonfiati al nodo plusvalenze, e a chi chiedeva se fossero previste sanzioni ha risposto che si attende prima l’esito delle indagini: «Il mondo del calcio vive momenti di tensione non solo in Italia, ma in tutta Europa e nel mondo. Come nell’economia, anche nel calcio ci sono criticità evidenti, non mi piace l’idea di sanzionare alcune realtà, nel caso specifico la Juventus, prima che ci sia un processo. Ci sono delle indagini, delle acquisizioni di atti in corso, la nostra Procura è allertata».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Dicembre 2022, 00:04
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