Tour, Moser incorona Aru: "È l'anno della svolta, ma mancano corridori veri"

Tour, Moser incorona Aru: "È l'anno della svolta, ma mancano corridori veri"

di Daniele Petroselli
Tutto pronto per l'edizione 104 del Tour de France, che partirà domani con il cronoprologo di Dusseldorf (Germania). 3540km da coprire in tre settimane, per una delle edizioni più povere di prove contro il tempo (solo 36,5km).

Per l'Italia si punta tutto su Fabio Aru, fresco vincitore del titolo tricolore. E spera in lui anche un campionissimo come Francesco Moser, che la maglia gialla l'ha vissuta più volte: «Sembra essere in forma, ha fatto un ottimo Delfinato, dobbiamo vederlo con gli altri per capire a che livello sarà. La qualità c'è e poi ha disputato poche gare quest'anno. Può essere il Tour della svolta? Se è in forma sicuramente sì, può essere protagonista e sarebbe un momento chiave per la sua carriera. Ce lo auguriamo tutti perché è un grande talento». 

Ma il favorito rimane Chris Froome, capitano della Sky, che vuole il quarto sigillo nella Grand Boucle: «In realtà non sembra in forma come gli scorsi anni ma aspettiamo prima di dirlo dice il trentino -. A bocce ferme rimane lui l'uomo da battere. In più ha una squadra morto forte alle sue spalle». Occhio poi all'ex compagno Porte, agli idoli di casa Bardet e Pinot, oltre a Quintana e Valverde, ma vera mina vagante è quel Contador che non vince dal 2009 la corsa francese: «E' un dubbio per tutti. Sicuramente bisognerà stare attenti anche a lui per la classifica finale», dice l'azzurro, settimo al Tour del 75.

Per l'Italia invece in totale 18 corridori al Tour, numero più alto delle ultime otto edizioni. Da Ulissi a Colbrelli, fino a Caruso, per riscattare un Giro avaro di successi azzurri. E Moser è duro: «Ci sarebbe bisogno di un ricambio, ma non ci si inventa niente. Se non hai i corridori... Ne abbiamo tanti di mezzi, ma di quelli veri davvero pochi».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Giugno 2017, 10:29
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