Tour, Moser incorona Aru: "È l'anno della svolta, ma mancano corridori veri"
di Daniele Petroselli
Per l'Italia si punta tutto su Fabio Aru, fresco vincitore del titolo tricolore. E spera in lui anche un campionissimo come Francesco Moser, che la maglia gialla l'ha vissuta più volte: «Sembra essere in forma, ha fatto un ottimo Delfinato, dobbiamo vederlo con gli altri per capire a che livello sarà. La qualità c'è e poi ha disputato poche gare quest'anno. Può essere il Tour della svolta? Se è in forma sicuramente sì, può essere protagonista e sarebbe un momento chiave per la sua carriera. Ce lo auguriamo tutti perché è un grande talento».
Ma il favorito rimane Chris Froome, capitano della Sky, che vuole il quarto sigillo nella Grand Boucle: «In realtà non sembra in forma come gli scorsi anni ma aspettiamo prima di dirlo dice il trentino -. A bocce ferme rimane lui l'uomo da battere. In più ha una squadra morto forte alle sue spalle». Occhio poi all'ex compagno Porte, agli idoli di casa Bardet e Pinot, oltre a Quintana e Valverde, ma vera mina vagante è quel Contador che non vince dal 2009 la corsa francese: «E' un dubbio per tutti. Sicuramente bisognerà stare attenti anche a lui per la classifica finale», dice l'azzurro, settimo al Tour del 75.
Per l'Italia invece in totale 18 corridori al Tour, numero più alto delle ultime otto edizioni. Da Ulissi a Colbrelli, fino a Caruso, per riscattare un Giro avaro di successi azzurri. E Moser è duro: «Ci sarebbe bisogno di un ricambio, ma non ci si inventa niente. Se non hai i corridori... Ne abbiamo tanti di mezzi, ma di quelli veri davvero pochi».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Giugno 2017, 10:29
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