Homeland, la quarta stagione senza Brody:
gli Usa continuano a guardarsi allo specchio

Homeland, la quarta stagione senza Brody: ​gli Usa continuano a guardarsi allo specchio

di Alessandra De Tommasi
ROMA – Quando per sbaglio è stata “spoilerata” sulla morte del protagonista, il Premio Oscar Jennifer Lawrence ha dato i numeri sul red carpet: è questa la reazione che Homeland scatena sul pubblico, celebrity incluse. E la 4ª stagione del drama con Claire Danes riparte proprio da qui (stasera su Fox), con Carrie che ha perso Brody e interpreta il doppio ruolo di spia e madre (in crisi). E sullo sfondo resta il dramma del conflitto tra gli Usa e il fondamentalismo islamico.



«Lo spettatore si chiede cosa avrebbe fatto al posto del personaggio, che vede come una persona normale inserita in un contesto politico. Succede anche nel mio telefilm Occupied», spiega al RFF Marianne Gray, produttrice della saga di Millennium.

Le porte del potere, finora inaccessibili ai cittadini, vengono spalancate con un linguaggio accattivante e diventano persino sexy. In particolare quando hanno la grinta di Olivia Pope, amante del Presidente Usa interpretata da Kerry Washington in Scandal, l'idealismo spiazzante del Segretario di Stato Téa Leoni (Madam Secretary), l'ambizione sconfinata di Robin Wright, moglie del mefistofelico vicepresidente degli States Kevin Spacey (House of Cards) o la felina ambiguità di Julianna Margulies, consorte on-off del Governatore Chris Noth (The Good Wife).



Quando invece gli intrighi di palazzo diventano surreali allora la satira è servita grazie a Julia Louis-Dreyfus (Veep – Vicepresidente incompetente), l'incarnazione vivente di come la ragion di stato non dovrebbe essere mai interpretata, e John Goodman (Alpha House), che affianca politici veri come il senatore Chuck Schumer e cameo illustri del calibro di Bill Murray.



Nel corso degli anni, la versione tv dell'Ala Ovest nella Casa Bianca è stata lo specchio delle speranze del popolo e infatti il ruolo del leader del mondo libero è stato ricoperto anche da una donna (Geena Davis in Commander in Chief) o da un afroamericano (Dennis Haysbert in 24) oltre che da una personalità carismatica e rassicurante come Martin Sheen (West Wing).

La rappresentazione a puntate, tra uno scandalo sessuale e una gaffe internazionale, svela quindi l'aspetto più umano di alcuni politici, ma punta anche i riflettori sul loro lato oscuro.











IL PRODUTTORE: "SERIE DI SUCCESSO PERCHÉ NESSUNO AL SICURO" L’attesa è finita: oggi “Homeland” torna su FOX con le puntate inedite della stagione 4 nella versione americana. Quella con Claire Danes è infatti un remake dell’originale israeliano “Hatufilm”, che porta il marchio di fabbrica del prolifero produttore Ran Telem. Ospite d’onore del Monte-Carlo TV Festival, ha spiegato i motivi del successo internazionale. Ora più che mai, dopo la morte del protagonista, Nicholas Brody, interpretato da Damian Lewis.



Come ha fatto l’israeliano Homeland a conquistare gli USA?

Il fascino magnetico della storia, a cui gli americani hanno aggiunto adrenalina, valica i confini nazionali e acquista valenza universale.



I politici lo apprezzano?

Il primo ministro israeliano e la moglie dopo la proiezione privata lo hanno amato per l’aderenza alla realtà. Obama ha chiesto l’invio dell’intera stagione in DVD dopo aver guardato l’episodio pilota.



Il nemico vive in casa nostra?

Esatto: ti fa dubitare di chi ti fidi realmente.



Uccidere il protagonista è una scelta sadica?

Né sadica né cinica ma realistica, come accade anche ne Il trono di spade. Se il pubblico sa che un personaggio è fuori pericolo non ha paura. In “Homeland” invece nessuno è al sicuro.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Ottobre 2014, 15:37
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