Anna Safroncik a "Oggi è un altro giorno": «L'emozione di abbracciare papà, fuggito dalla guerra»

Il padre dell'attice, nata a Kiev, ha affrontato un viaggio in treno durato oltre quattro giorni

Anna Safroncik a "Oggi è un altro giorno": «L'emozione di abbracciare papà, fuggito dalla guerra»

Anna Safroncik ospite di “Oggi è un altro giorno” di Serena Bortone su RaiUno.

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Anna Safroncik ospite di “Oggi è un altro giorno” di Serena Bortone su RaiUno

Anna Safroncik a “Oggi è un altro giorno”

Anna Safroncik ospite di “Oggi è un altro giorno” di Serena Bortone su RaiUno ha parlato della sua infanzia. Fino a dodici anni infatti ha vissuto a Kiev: «Vengo da una famiglia di artisti - ha raccontato - quindi la mia infanzia è stato meravigliosa, dietro le quinte con applausi, fiori, tenori che scaldano la voce… Papà era tenore, mamma ballerina e io facevo parte dello spettacolo, mi hanno messo a recitare a cinque anni. Anche mio nonno era un artista e quando è venuto a mancare ai funerali è venuto il presidente Zelenski per porgere l’ultimo saluto.

Ora c’è la guerra e tutti vorrebbero tornare alla normalità. Durante la mia infanzia sono stata vittima della propaganda, il comunismo era ancora molto forte e tu non hai uno sguardo su un’altra prospettiva. Sei praticamente cieco, fra slogan e libri scolastici, che ti parlano di un futuro roseo. A scuola non c’era il crocifisso ma il ritratto di Lenin. Conoscere la libertà è stato strano, devi deconcretizzare il passato, ricominciare da capo con delle gabbie».

Recentemente il papà di Anna, Eugenio Safroncik, è riuscito a scampare agli orrori della guerra e l'ha raggiunta in Italia: «E’ felice di stare con sua figlia, non voglio turbarlo più di quello che è. Abbiamo avuto un grande sostegno da parte dei fan, degli amici e dei parenti. Quando è arrivato è stato uno degli abbracci che non dimenticherò mai. Ero a Milano è ho avuto persone care che l’hanno portato da me, che nel mentre avevo organizzato tutto. Sono entrata la sera a casa dopo il lavoro e l'ho torvato lì assieme alla moglie. Ho capito tutto quello che aveva passato in quattro giorni e mezzo di viaggio, non abbiamo mai dormito per la preoccupazione. A Kiev ora è rimasta mia zia, i miei cugini...  Ma hanno deciso di rimanere li, non vogliono andare via».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Marzo 2022, 17:25
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