Zucchero: «Oggi il rock è annacquato. Sanremo? Una gara di cavalli da soma»

Zucchero: «Oggi il rock è annacquato. Sanremo? Una gara di cavalli da soma»

di Valerio Di Marco

Un’overdose di concerti aspetta da qui ai prossimi mesi Zucchero, che il 30 marzo ha aperto il suo Overdose d’Amore World Wild Tour alla Royal Albert Hall di Londra. La branca 2024 del giro mondiale iniziato due anni fa prende il nome dal celebre brano pubblicato nel 1989 sull’album da record “Oro, incenso & birra” e toccherà di nuovo l’Italia in estate con 5 date negli stadi di Udine (23 giugno), Bologna (27), Messina (30), Pescara (2 luglio) e Milano (4). Dimensione live che l’artista emiliano non vuole abbandonare: «Vista l'età preferisco ammazzare il tempo così, vedi gente, ti senti vivo. Nel mio prosieguo ci saranno ancora i concerti, finché reggo. Quando smetterò lo farò e basta, non dirò: “Smetto tra 2 anni, oppure 4”, perché se poi mi stanco prima?».

«Il live è realtà», ha detto Zucchero sul palco londinese, aggiungendo poi: «Ho una band di musicisti straordinari, non mercenari. Lavoriamo sui dettagli, è tutto studiato, potrei cambiare scaletta ogni sera perché conoscono tutto il mio repertorio». Il suo è un modo artigianale di concepire il live, senza basi preregistrate. «Sarebbe comodo ma non mi divertirei». Per quanto riguarda invece i testi, cosa pensa di quelli scritti dai musicisti più giovani? «Mi sembra che oggi sia tutto un po' annacquato, ed è un discorso trasversale ai generi, non solo il rock.

Però qualcuno che scrive bene c'è. Salmo è uno che si espone, anche Marracash e Blanco. Credo comunque ci siano tanti ragazzi preparati, che hanno studiato. Queste realtà andrebbero sostenute». D’altra parte il momento della musica italiana per Zucchero è positivo: «Non molti artisti europei hanno successo fuori dai propri confini o oltreoceano, penso ai Maneskin». Meno positiva in generale è l’attuale situazione mondiale: «Il momento è nerissimo, anche se l’umanità non dovrebbe farsi schiacciare dal buio ma cercare la luce. Tornare a suonare in Russia oggi? No, non lo farei, ma neanche da Trump e Netanyhau».

Tornando alla musica, per il futuro ha in serbo nuovi duetti o di ripescarne qualcuno rimasto inedito? «Li ho esauriti – scherza il bluesman – In Italia sono stato tra i primi a farli, oggi li fanno tutti e siccome sono un bastian contrario preferisco fermarmi. Il duetto va bene se porta un arricchimento reciproco ai due artisti». E a Sanremo, magari l’anno prossimo per il suo 70° compleanno, ci andrebbe? «A far cosa? Arriverei ultimo. Solo in Italia c’è quest’idea della gara, come fossimo cavalli da soma. È allucinante, però fa audience».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Aprile 2024, 06:45
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