Addio a Tina Turner, la tigre rock che visse tre volte

La cantante è morta a 83 anni, era malata da tempo

Addio a Tina Turner, la tigre rock che visse tre volte

di Claudio Fabretti

Addio a Tina l’indomabile. La tigre del soul e del rock si è arresa ieri a 83 anni, dopo aver lottato strenuamente contro tutte le malattie che l’hanno flagellata negli ultimi anni della sua lunga e straordinaria vita. «Tina Turner, la Regina del Rock’n Roll, è morta serenamente dopo una lunga malattia nella sua casa di Kusnacht vicino a Zurigo, in Svizzera. Con lei il mondo perde una leggenda della musica e un modello», annuncia il suo portavoce.
Una vita straordinaria, sì, quella di Ann Mae Bullock, nata a Nutbush, Tennessee, il 26 novembre del 1939. Così densa di eventi, drammi, tragedie, violenza, ascesa, caduta, rinascita da sembrare scritta da uno sceneggiatore. Lascia il mondo dopo che un biopic, due musical, un paio di sconvolgenti autobiografie e una pioggia di hit indimenticabili l’hanno da tempo consegnata alla leggenda.
Vocalist energica e selvaggia, ballerina sensuale e talentuosa (si narra che insegnò a ballare a Mick Jagger ai tempi in cui i Rolling Stones aprivano i suoi concerti), paladina del riscatto femminile, è sempre riuscita a riemergere da abissi profondi per proiettarsi verso una nuova vita dai risvolti insperati. La sua voce inconfondibile, graffiante - immersa nella storia della black music ma perfetta per il pop mainstream - e una naturale empatia hanno contribuito a renderla una delle massime icone mondiali della musica. Al punto che a piangere la sua morte è anche la Casa Bianca - che la definisce «una perdita enorme» - oltre a una folla infinita di artisti, con lo stesso Jagger tra i primi a manifestare il suo cordoglio.
All’alba degli anni Sessanta, il suo debutto, in coppia con il marito Ike: un leggendario duo soul-rock che collezionerà una sequela di brani memorabili (da Proud Mary, a Nutbush City Limits, da River Deep - Mountain High a Too Many Tears in My Eyes). Ma Ike era anche un marito crudele e violento, una sorta di dispotico schiavista, che trasformò la vita di Tina in un incubo. Da quell’orrore fuggì, ricominciando tutto da zero. Ma in breve costruì la sua seconda vita da diva del pop-rock, con hit come Private Dancer, What’s Love Got To Do With It e The Best tra record di vendite (si parla di oltre 200 milioni di copie vendute), concerti trionfali, duetti storici e una raffica di premi e onorificenze. Anche nel cinema fu protagonista di ruoli indimenticabili, come l’Acid Queen di Tommy e la Aunty Entity di Mad Max, (accompagnata dal successo del brano We Don’t Need Another Hero).
L’ultima delle sue “tre vite” l’ha vista trovare conforto nel buddismo, da cittadina svizzera, trasferitasi sulle sponde del lago di Lugano, e sposa di Erwin Bach. Ha superato un ictus, un tumore all’intestino e una grave insufficienza renale (con trapianto del rene, donatole proprio dal marito). E ha dovuto affrontare anche il dolore del suicidio a 59 anni del figlio Craig, avuto quasi adolescente da una relazione precedente a quella con Ike. Ha anche pensato al suicidio assistito, Tina, negli ultimi difficili momenti, ma ha resistito sino all’ultimo. Simply the best.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Maggio 2023, 06:00
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