Luca Carboni, 30 anni di carriera
tra passato e presente: il live all'Atlantico
di Alessandra De Tommasi
Il repertorio eseguito dal vivo diventa un viaggio tra presente e passato, ai tempi di “un fisico bestiale”:
«Buona parte del concerto - racconta il cantante - vivrà del sound di Pop-up, ma con la band stiamo lavorando e sperimentando anche arrangiamenti inediti e nuove versioni in chiave electro ed electropop di brani di altri album. Batterie elettroniche, synth e addirittura chitarre sinth. L’idea è di rendere questo concerto molto “fisico” e “metafisico” allo stesso tempo.
«In scena utilizzeremo schermi sui quali avverranno interventi in parte ispirati alla popart ma anche altri momenti di creatività molto libera - continua il cantante - Anche se i palchi dei club non sono giganteschi, anzi tutt’altro, cercherò, insieme alla band, di farli diventare spazi immensi!». Il tema conduttore del disco, e del tour, resta l’amore, declinato come impegno (Invincibili), come interrogativo teologico o come cambiamento (Luca lo stesso). In Dio in cosa crede il cantautore ha anche preso in prestito le parole di una poesia del Nobel polacco Szymborska, spiegandolo in una chiacchierata con Jovanotti: «Chiedo scusa è proprio un inno al “non so”, alla difficoltà di accettare le grandi sentenze. Ho 53 anni e chiedo scusa al mondo se non l’ho cambiato».
Senza nostalgia per i ruggenti Anni Ottanta, ma con tanta grinta e speranza verso il futuro, Carboni continua a sognare e a coinvolgere il pubblico in questo suo percorso pieno di colpi di scena. Il merito? Va tutto all’elogio della lentezza che lo ha portato a scrivere l’album senza fretta né ansia, prendendosi due anni per trovare il sound giusto e le atmosfere perfette.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Febbraio 2016, 09:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA