Jimi 4 ever: quella tournée di 50 anni fa che cambiò l'Italia

Jimi 4 ever: quella tournée di 50 anni fa che cambiò l'Italia

di Massimiliano Leva
Tutto cominciò alle 10 del 23 maggio 1968, con il suo arrivo a Milano Linate su un volo Twa. Cinquant’anni fa. Jimi Hendrix atterrò per la prima volta in Italia che già era un idolo. Un extraterrestre nell’Italia del Cantagiro, dei musicarelli, del Festival di Sanremo che le sobrie presentatrici dell’epoca ancora chiamavano “Festivàl”.

Solo sei concerti. Due per ogni città: in ordine il 23 maggio al Piper di Milano (anche se il primo show pomeridiano venne annullato perché gli strumenti furono bloccati in dogana), il 25 al Brancaccio di Roma e il 26 al Palasport di Bologna. Un breve tour, seguito poi da altre date in Svizzera e da una lunga tournée americana che lo avrebbe consacrato il più grande chitarrista rock di tutti i tempi: prima ancora della sua esibizione all’isola di Wight e sul leggendario palco di Woodstock.

E in effetti: giornali a caccia di scoop, titoli roboanti, poliziotti spaventati. Del resto, proprio in quei giorni, sui boulevard di Parigi gli studenti francesi davano vita al maggio ’68 al grido di «épater le bourgeois!». Si trattò di un evento. Anche se Jimi Hendrix non era nulla di così matto, come alcuni quotidiani titolarono. Ma solo un musicista genialmente diverso da tutti gli altri. E così fu anche in quella unica tournée italiana. A Milano, al Piper (oggi Old Fashion) quando gli organizzatori dovettero annunciare che il concerto pomeridiano delle 16.30 era stato annullato per la mancanza degli strumenti, i fan si rifiutarono di uscire dal locale per timore di non trovare posto per lo show serale e a nulla valsero le minacce benevole di Leo Wechter, tra i soci del locale e organizzatore delle precedenti tournée dei Beatles e degli Stones in Italia. Dopo il concerto, andò a finire la serata nella villa in via Bodoni di Piero Montagnani, deputato PCI, dove conobbe Maurizio Vandelli e dove pare ebbe un flirt con la ex fidanzata di Alfio Cantarella, batterista dell’Equipe 84.

A Roma, siccome Hendrix finì il concerto della sera al Brancaccio con la voglia di una jam session, venne portato con la sua band al Titan dove suonò sino a notte fonda assieme ai The Fholks. A Bologna, il pubblico femminile urlò il suo nome per tutto lo show quasi sino a infastidirlo. E poi la musica: “Purple haze”, “Foxy lady”, “Manic depression”, “Hey Joe”. Colonna sonora di una rivoluzione rock durata solo tre giorni
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Maggio 2018, 09:48
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