Gli "Appunti sulla felicità" di Jacopo Ratini: la musica, il songwriting, Bukowski e il ricordo di Selena

Gli "Appunti sulla felicità" di Jacopo Ratini: la musica, il songwriting, Bukowski e il ricordo di Selena

di Simone Pierini
Appunti sulla felicità, l’album della maturità di Jacopo Ratini. Romano, 36 anni, cantautore. Nel 2010 salì sul palco del Festival di Sanremo. Giovane, un abito rosso forte, la “cipolla” in testa che non lo ha mai abbandonato. Otto anni dopo la biglia che volava di fronte al pubblico dell’Ariston ha preso le sembianze di un panda sognatore, protagonista del videoclip del primo singolo “Cose che a parole non so dire". È cambiato molto nella vita di Jacopo Ratini. È cresciuto l’artista e l’uomo. Lo ha fatto attraverso numerose esperienze. Affascinanti, impegnative, ambiziose, dolorose. I Laboratori di Scrittura di Canzoni, le letture di Bukowski. Selena, la fidanzata scomparsa nel 2014 per un brutto male a soli 35 anni, a cui sono dedicati due degli undici brani presenti nell'album. Per Leggo ha aperto il suo cuore. Venerdì 7 dicembre al Wishlist Club di Roma il concerto di lancio, in primavera il tour in giro per l’Italia.



Dal palco dell’Ariston ad "Appunti sulla felicità"?
Un percorso splendido e tortuoso. “Appunti sulla Felicità” è un disco più intimo rispetto ai precedenti. Con testi più ricercati ed evocativi. Nato da frasi appuntate su dei post-it, un vero e proprio taglia e cuci creativo.

“Cose che a parole non so dire”?
È entrato nella Viral 50-Italia di Spotify. Per una canzone prodotta da un’etichetta indipendente è stato un successo. Quando ho deciso di fare uscire il singolo non l’ho scelto per l'impatto che avrebbe avuto sul pubblico ma perché era stato il primo ad essere nato e prodotto in studio.

Il ricordo di Selena.
Lei è molto presente in questo disco. Ha ispirato due ballad: “Imparo ad essere aria”, scritta dopo la sua morte e “Ti chiamerò Casa” che ho composto quando era ancora in vita e rifinito successivamente. Quei due brani onorano la storia che abbiamo vissuto e il valore che ha avuto la sua presenza nella mia vita e in quella di tutte le persone che l’hanno conosciuta. Per rendere unico ed immortale il suo ricordo. Credo che sia orgogliosa di questo disco.
 

Venerdì scorso è uscito “Quando meno te l’aspetti”.
Insieme ad un gruppo di registi, ho deciso di far diventare il Concerto di presentazione dell’album del 7 dicembre (al Wishlist Club di Roma) un Videoclip Musicale del nuovo singolo con tutte le immagini più significative della serata: il backstage, il pubblico, la band. Una grande festa in cui tutti i partecipanti si potranno riconoscere e potranno dire: “Vedi? Io c’ero”. Poi agli inizi del 2019 dovrebbe uscire anche il videoclip di “Appunti sulla Felicità”, la canzone che dà il titolo all’album.
 


Da una Major alla scelta di un’etichetta indipendente, come sono cambiate le prospettive?
Una Major ha un enorme potere. Se vuole può farti diventare un personaggio di successo, altrimenti non succederà nulla. È come essere in una squadra di calcio di Serie A ma rimanere a bordo campo senza giocare mai. A 27 anni scalpitavo, non volevo stare in panchina. Avevo già pronti dei provini per un secondo Album (Disturbi di Personalità) ma, vista l’assenza di proposte concrete, si è deciso “di comune accordo” di interrompere il nostro rapporto e ho dato vita alla mia etichetta Atmosferica Dischi. Da indipendente non si hanno né gli stessi privilegi  né gli stessi budget. È tutto più complesso sia a livello economico che di energie. Si hanno più responsabilità decisionali e strategiche, ma c’è maggiore libertà e controllo su tutto. Se si lavora bene si possono ottenere delle belle soddisfazioni.
 
 

Il Laboratorio di Creative Songwriting, il Salotto Bukowski. La tua vita tra musica, lettura, recitazione e palco.
Non è semplice vivere facendo solo il cantautore, perciò mi sono dovuto rimboccare le maniche e crearmi delle alternative inerenti al settore artistico-musicale. Il Laboratorio di Songwriting, ad esempio, è un’idea nata nel 2014. Ho intuito che un metodo teorico e pratico che raccogliesse le principali linee guida compositive poteva essere funzionale alla crescente domanda su come scrivere canzoni da parte della gente. Questa metodologia poteva essere esportata nelle varie accademie musicali. Ho dato vita ad un vero e proprio laboratorio compositivo in cui viene allenata la creatività, come fosse un muscolo: metrica, ispirazione, struttura di una canzone, testi, parole, creazione di melodie e progressioni armoniche. Il Salotto Bukowski è un omaggio allo scrittore americano Charles Bukowski, di cui sono fan e collezionista. Un Reading-Musicale tra teatro e canzone, in cui le poesie di Bukowski s’incontrano con i brani degli artisti che hanno reso grande la canzone d’autore italiana, da Lucio Dalla a Rino Gaetano, da Fabrizio De André a Luigi Tenco, Franco Califano, Ivano Fossati, Lucio Battisti. Siamo partiti da un piccolo locale del centro di Roma fino ad arrivare all’ Auditorium Parco della Musica con un inaspettato sold out.
 

Il terzo album a distanza di 5 anni dal secondo. Il tema, gli aneddoti, gli obiettivi? 
L'obiettivo è far conoscere a più persone possibile le mie canzoni. Il tema non è la felicità bensì le tappe per raggiungerla. Le esperienze possono essere sia positive che negative. È un disco più intimo e maturo rispetto ai precedenti. L’ho scritto con profonda consapevolezza, con testi più ricercati ed evocativi. La maggior parte delle canzoni sono nate da frasi o parole appuntate su dei post-it, assemblate in maniera più o meno logica e trasformate in strofe, ritornelli o special. Un vero e proprio taglia e cuci creativo. La pre-produzione è avvenuta per circa un anno, ogni martedì sera, nell’home-studio di Luca Bellanova insieme a Jacopo Mariotti. È il disco del martedì sera.

“Parlo all’infinito”, “Il colore delle idee” e “Sopra un foglio di giornale”. Tre brani che hanno trovato una casa. 
Esatto. Tre singoli usciti in maniera estemporanea tra il 2014 e il 2015, quando il nuovo disco non era ancora in cantiere. Inizialmente ho pensato di lasciarle solo su Spotify e Youtube ma poi ho deciso che, sebbene fossero state lavorate in maniera diversa e da produttori diversi rispetto alle altre contenute in Appunti sulla Felicità, sarebbe stato ingiusto non inserirle nell’album. Sono parte integrante di un mio cambiamento compositivo, stilistico e personale che ha preso forma a partire dal 2014.

(Foto Laura Sbarbori)
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Dicembre 2018, 10:51
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