Giovanni Truppi, “Infinite possibilità per esseri finiti”: l'album di opposti che convivono. La recensione

Giovanni Truppi, “Infinite possibilità per esseri finiti”: l'album di opposti che convivono. La recensione

di Rita Vecchio

La poliedricità di Giovanni Truppi non è un’opinione. L’ultimo album appena pubblicato, “Infinite possibilità per esseri finiti” (Virgin Music LAS/Universal Music Italia), è l’esempio di come gli opposti convivano, la drammaticità si intrecci con l’autoironia intelligente, l’autobiografismo si mescoli con l’universalità dei temi.

Temi conosciuti per il paesaggio artistico di Giovanni Truppi, ma qui spinti senza badare né a convenzioni, né a confini. Sono 18 tracce, perfettamente definite da lui come «isole in un mare di parole», che si spingono oltre un immaginario scontato. Se il leitmotiv sono rumori e registrazioni urbane di sottofondo, se «il senso di colpa è il vero coautore del disco», Truppi si fa qui assemblatore di vita, morte, sentimenti, relazioni umane, politica e vie d’uscita.

 

Difficile, ascoltando la tracklist, separare e catalogare i brani, “Centocelle”, “La felicità”, “Alcune considerazioni”, “Le parole e le cose”, e via scorrendo fino a “Fine”, ultima traccia. Perché anche musicalmente, c’è lo stesso innesto di contrasti, usando il rock, il cantautorato classico, l’elettronica, fino all’uso spregiudicato di Blonde di Brian e Roger Eno che su “Camminando per via Indipendenza un sabato sera ascoltando la nuova canzone dei fratelli Eno”  ne hanno autorizzato la pubblicazione. Scritto e suonato da Giovanni Truppi, Marco Buccelli e Niccolò Contessa, tranne che per “Temporale” dove compare Gino Pacifico, “spoken word”,  “soundscape”, “collage” fanno da cornice all’intero lavoro che va ascoltato dall’inizio alla fine, intermezzi e donut compresi.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Maggio 2023, 07:59
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