Gegè Telesforo, grande attesa per il live di stasera all'Auditorium per Unicef

Gegè Telesforo, grande attesa per il live di stasera all'Auditorium per Unicef

di Stefania Cigarini
Questa sera smetterà i panni divertenti e divertiti del musicista jazz, quello di Fun Slow Ride, per esempio, il suo ultimo disco, passeggiata lenta e piacevole, per vestire quelli di Ambasciatore Unicef per un concerto - SoundzforChildren - il suo progetto di aiuto allo sviluppo infantile attraverso la musica. 

Un'idea che viene da lontano: «Dall'educazione ferrea di mia madre che mi ha inculcato disciplina e rispetto per gli altri - dice oggi - Mio padre architetto mi ha trasmesso il morbo della musica. Renzo Arbore invece mi ha insegnato a vivere da artista, mentre con Ben Sidran sono diventato un professionista della musica. La vuole sapere però una cosa?»

Certo
«Ho ancora tante cose da imparare, soprattutto dai bambini, quelli della scuola Gandhi (San Basilio, Roma, palestra del progetto SoundzforChildren, ndr). E ho tanto da imparare anche dal mio cane, Bianca, una meticcia affettuosissima che ha trovato il gatto, che è così gattoso che io e mia figlia l'abbiamo chiamato Gattuso».

È decisamente un Telesforo fuori dagli schemi quello che si appresta ad affrontare il palco romano: «Per il progetto Unicef mi sono ispirato alla mia infanzia e adolescenza in una città del Sud (Lecce, ndr) negli anni Settanta, in un contesto complicato. La musica mi ha dato soprattutto la possibilità di crescere come uomo, con educazione, rispetto e piacere della condivisione. Voglio trasmettere questa esperienza».

In pratica
«Tre anni di lavoro, due di sperimentazione. Ho redatto un Manifesto. Oggi posso definirla una scommessa vinta. Quella di investire sulla musica per educare i bambini che vengono da contesti difficili, non solo guerre, anche da disastri della porta accanto. La missione di Unicef, insomma. Lo sa cosa diceva Bob Marley?».

No, dica
«La musica colpisce senza fare male. È una grande valvola di sfogo».

Ha una figlia di 12 anni, come si regola?
«Faccio training autogeno (ride, ndr). Mi ispiro a Il profeta di Khalil Gibran. I figli sono come frecce, i genitori sono l'arco, l'arciere è dio. È compito dell'arco scagliare la freccia il più lontano possibile, cioè di lasciare i figli liberi di fare la loro vita. Però prima bisogna educarli».

Il live romano
«Sarà emozionante e gioioso, ci sono alcuni tra i miei migliori amici, che sono anche musicisti eccezionali. Siamo motivati, abbastanza preparati e pronti ad affrontare il live con il sorriso sulle labbra».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Aprile 2017, 09:43
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