Emis Killa a Leggo: «Basta con i rapper figli di papà, con la pelliccia e i denti d'oro»

Video

di Ilaria Del Prete
Supereroe è il terzo album di Emis Killa. Appena uscito è finito direttamente primo in classifica, mentre parliamo la sua Fuoco e Fiamme si aggiudica il disco d’oro e al sold out delle prime due date del tour a Roma e Milano se ne aggiunge un terzo - a Torino - per dicembre.
Un successo clamoroso.
«C’è sempre paura di scomparire, invece ho radicato bene quelle che sono le mie origini nel genere». 
 
 


Chi sono i supereroi che ti hanno ispirato?
«Gli eroi di tutti i giorni, gente che si spacca la schiena per mantenere la famiglia». 
Ogni paladino ha una spalla. Tu hai i colleghi che si sono prestati ai featuring.
«Sì. C’è 6ix9ine, tra i cinque nomi più forti del rap mondiale, molto hardcore. Carl Brave con un rap indie, Gue Pequeno il veterano, Gemitaiz».
Tra tutte le declinazioni dell’hip hop quale preferisci?
«Le canzoni di contenuto. Quelle dalle rime forti e superficiali le ascolti un mese, poi il suono passa di moda».
Contro quale «supercattivo» combatti? 
«Contro gli scettici che continuano a prendere questo genere con cinismo nonostante oggi abbia i testi più comunicativi».
Quelli pop non lo sono?
«Nel pop non esistono. Canzoni d’amore tutte uguali col cantante sfigato perché la tipa l’ha mollato». 
Nel brano Donald Trump ce l’hai col mondo delle radio.
«Ci sono rapper che hanno numeri importanti sulle piattaforme, nelle vendite e in tour ma non passano in radio. Viceversa cantanti pop che non vanno bene nei live e non vendono sono strapassati». 
Perché succede?
«Per un distacco anagrafico e perché non capiscono né il linguaggio né il messaggio». 
Quindi il tuo pubblico è solo giovane?
«Non necessariamente. Quelli che vincono sono gli adulti che non hanno pregiudizi».
Tua figlia ha pochi mesi, le fai ascoltare rap?
«Spero sia creativa ma non segua la mia strada. Io sono una cosa, la scena attuale è un’altra».
Cosa non ti piace? 
«La superficialità. Figli di papà con i denti d’oro che fanno versi e perdono di vista l’obiettivo: fare musica».
Chi ti piace?
«Ghali, Tedua. Due che scrivono. La scena successiva a quella venuta dopo la mia generazione è allo sbando. Non faccio nomi perché sono superiore».

riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Novembre 2018, 13:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA