Dodi Battaglia senza fine: «Un tournée e un disco live nel nome dei Pooh»
di Ferro Cosentini
Ieri e oggi, sempre placido nella gestione del successo: qual è il suo segreto?
«Il mio è lo stesso di amici come Lucio Dalla, Luca Carboni o Gaetano Curreri: siamo bolognesi. Restiamo schivi e soprattutto non ce la tiriamo. Alla nostra città dobbiamo la fortuna di aver potuto fare della musica un mestiere: Bologna è tra Lombardia e Romagna: offriva palchi e orchestre dove poter suonare tanto».
Il suo live Dodi Day celebra l'evento dell'1 giugno scorso a Bellaria Igea: davanti a 25mila spettatori, un cavalcata di brani in duetto con amici come Enrico Ruggeri e Marco Masini. Cos'è cambiato dai tempi dei Pooh?
«Tanto. Nonostante l'ottima band con cui mi esibisco, ancora oggi mi capita di girarmi e restare stranito a non vedere i miei compagni storici. Di bello c'è che se prima dovevo prendermi un quarto di oneri e onori, ora mi prendo l'intera posta».
Il tour si chiama Perle Mondi senza età: perché?
«Perché la tracklist ruota attorno a brani che erano usciti dai radar delle scalette dei Pooh, e che molti mi chiedevano una volta sceso dal palco. Come Classe 58 o Io in una storia. Negli anni ho preso appunti. Alcuni sono brani intimistici che, negli stadi, non potevano avere impatto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Novembre 2018, 09:18
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