Claudio Cecchetto, il talent scout degli 883 contro Max Pezzali: «Da lui poca riconoscenza»

«Sanremo? C'è tempo fino al 6 febbraio: il cast non è ancora chiuso, no? Se Amadeus mi chiama, ci sono. Altrimenti non ne farò un dramma»

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di Redazione web

Claudio Cecchetto, il talent-scout si racconta in un docu-film dove però non compare Max Pezzali e gli 883. Il motivo? Lo spiega lui...

La vita di Claudio Cecchetto è una vita da film, anzi da docu-film: People from Cecchetto, in onda domani in prima serata su Rai1 alle 21.30. 

Ma chi ha scoperto Claudio Cecchetto? «Ci vuole il grande Mike Bongiorno - racconta sia al Corriere della Sera e a Il Messaggero - Mi fece un provino e poi mi disse che mi ascoltava in radio tutti i giorni al mattino, ma io andavo in onda al pomeriggio. Feci finta di niente e lo ringraziai. Poi qualche anno dopo gli confidai la gaffe: mi rispose che però non aveva sbagliato a scegliermi».

Lo scopritore dei talenti

Una vita a scoprire talenti. E la lista è lunghissima: Amadeus, Fiorello, Jovanotti, Gerry Scotti, gli 883, Paola e Chiara, Leonardo Pieraccioni e tanti altri ancora. Iniziamo da Fiorello. «Il più pigro. E meno male, perché se no sarebbe presidente del mondo dello spettacolo. Lui è così: si è confezionato un programma al mattino presto perché si sveglia con il buio e va a fare colazione. E ha deciso che poteva diventare una trasmissione». Poi Amadeus: «Lo chiamavo la voce di piombo, con quel timbro pesante, bello, solido, che riempie tutte le frequenze, la risata che sprizza ottimismo. Il nome nasce dal pezzo di Falco, un singolo di grande successo. Era perfetto, c’era già la sigla del programma pronta».

E a proposito di Amadeus. A Il Messaggero parla anche del Festival. Per il suo ultimo Sanremo ha chiamato tanti amici: a lei una telefonata non gliel'ha fatta? «C'è tempo fino al 6 febbraio: il cast non è ancora chiuso, no? Se mi chiama, ci sono. Altrimenti non ne farò un dramma».

Claudio Cecchetto ha cambiato il nome anche a Fabio Bonetti facendolo diventare Volo. «Mi disse che era uno che leggeva molti libri e la cosa mi colpì subito: ero abituato a dj che leggevano poco.

Sono contento del suo successo come scrittore, l’avevo quasi previsto, gli dissi che leggeva talmente tanti libri che un giorno avrebbe dovuto scriverli perché non ne avrebbe più avuti da leggere»

La lista è lunga e c'è anche Sabrina Salerno. «Al di là dell’avvenenza, ho visto in lei tanta energia e grinta. A Canale 5 la mettevano sempre in bikini, a lei non piaceva e io ero d’accordo: meglio immaginare che sbattere in faccia, meglio una maglietta larga e bagnata». Gerry Scotti? «L’ho bloccato sulla scaletta di un aereo mentre stava partendo per l’America. Lo convinsi a rinunciare al lavoro da copy per la McCann, l’agenzia di pubblicità. Lui può fare qualsiasi cosa, sapevo che se avevo un problema lui era la soluzione: per questo Gerry è il presentatore immagine di Canale 5».

Naturalmente Jovanotti? «All’epoca erano tutti poser, io invece sono sempre stato un casinista in discoteca: in lui mi sono riconosciuto, anzi ho rivisto me all’ennesima potenza».

Tra tanti quello che forse l'ha deluso di più è Max Pezzali? «Diciamo che la riconoscenza non è il suo forte». Domanda de Il Messaggero: Che risposte si è dato? «Vasco in una sua canzone, Credi davvero, dice una cosa giusta, che si presta bene a descriverela situazione: "Non ti fidare mai, non sono gli uomini a tradire, ma i loro guai". Non dico altro».

Se oggi fosse ancora un talent scout Claudio Cecchetto punterebbe su? «Ce ne sono un paio. Uno è Stefano De Martino».


Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Dicembre 2023, 11:36
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