"Addio Giorgio. Il più piccolo di noi tre. Il più saggio di noi tre". Il post di Eugenio Bennato su Facebook, con poche parole, fa capire il legame e anche il profondo lutto che ha colpito la famiglia Bennato.
Settantacinque anni, Giorgio Bennato (in arte Giorgio Zito) ha infatti lasciato definitivamente i fratelli Eugenio ed Edoardo. Era il "Bennato più piccolo", quello che in vita ha fatto il musicista e anche il produttore musicale ma che non ha portato lo stesso cognome dei suoi più popolari fratelli prendendo invece quello della madre, Adele. Giorgio però è sempre stato accanto ai suoi fratelli maggiori. Inizialmente suonava banjo e percussioni, poi anche la chitarra. Diventa ben presto tecnico del suono, supportando soprattutto i concerti di Edoardo e registrando (ad esempio) canzoni importanti come "Cantautore" nell'album "La torre di Babele").
Ottenuto un contratto discografico con la Lupus, partecipa al Festival di Sanremo 1980 con "Ma vai, vai!".
Nel 1980 fonda insieme ai fratelli le Edizioni musicali Cinquantacinque, poi la casa discografica Cheyenne Records. Diventa amministratore e direttore artistico delle due società e dalla metà degli anni '80 si occuperà principalmente di comporre e produrre per artisti esordienti lanciati dalla Cheyenne. Nel 1988 scrive "Una città che vola" insieme al fratello Eugenio, incisa da Pietra Montecorvino.
Letteralmente sconvolto proprio Eugenio Bennato: «È successo all'improvviso, non ce lo aspettavamo. Non posso crederci».
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Gennaio 2024, 16:44
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