Beatles, esce l’inedita “Now And Then” e rinasce la magia dei Fab Four

Pubblicato il brano. Sean Lennon: «La loro ultima volta insieme»

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di Rita Vecchio

Si pensava fosse finita, e invece, “l’ultimo” inedito dei Beatles ha riavvolto il nastro temporale, recuperando l’emozione dei Fab Four di un’epoca irripetibile. A cinquant’anni di distanza, l’addizione di John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, è un’operazione, seppure guidata tecnologicamente, che funziona. “Now And Then”, uscito alle ore 15 di ieri e inserito nella raccolta 1967-1970 (dal 10 novembre ripubblicata insieme alla “1962-1966” per la Emi) è un qui e ora alla luce di un passato leggendario che metterebbe un punto, forse definitivo, alla produzione degli inediti dei Beatles. “Now And Then” diventa prodotto causa effetto di un Lennon che negli anni 70 crea e di un McCartney che oggi porta a compimento. A dare il via, “one, two”, è Ringo che batte il tempo e dà l’attacco a piano e voce di Lennon e alla chitarra. «I know it's true, it's all because of you...», fraseggi che fin dall'inizio poggiano su una linea melodica beatlesiana, con un gioco armonico inconfondibile. La voce, gli accordi, la ritmica rimbalzano a oggi dai tempi in cui Lennon la registrò nella sua casa newyorkese, in versione minimale, accompagnandosi sul suo pianoforte a coda, e la fissò su una cassetta che la moglie Yoko Ono consegnò poi a McCartney nel ’94.

Beatles, esce l’inedita “Now And Then”: «Recuperata la voce di John Lennon»

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La cornice cronologica di “Now And Then" racchiude la demo embrionale di Lennon, la chitarra elettrica e acustica di George Harrison (scomparso nel 2001) e le parti nuove, i cori dei due Beatles rimasti, a rendere ancora più inedito l’inedito stesso, e i loro strumenti, compreso il piano di Paul aggiunto a quello di Lennon.

L’uso dei backing vocals e l’arrangiamento per archi di Ben Foster e Giles, il figlio di George Martin. Archi, come ricorda lo stesso Paul, «usati in altri loro dischi». L’arpeggiare al pianoforte, il basso e la batteria di Ringo, e - «come doveroso tributo nei suoi confronti» - l’assolo di chitarra slide di George, registrato nel ’95 durante la prima lavorazione di “Now And Then”, poi interrotta perché, come ricorda Macca, «non avevamo la tecnologia per la separazione dei suoni e il pianoforte ovattava la voce di John». Ed è merito della tecnologia, il risultato insperato. La stessa usata da Peter Jackson l’anno scorso per il film “Get Back”. È sempre di Jackson il video del brano che uscirà oggi, alle 15.

La tecnologia al servizio della musica, come avrebbero voluto i Beatles, che fa i conti con il tempo che progredisce. Esempio sono “Free As A Bird” e “Real Love”, gli altri due brani che Yoko Ono aveva consegnato a Macca, lavorati per l’Antology, in cui si sente l’assemblaggio delle parti. «È l'ultima canzone che mio padre, Paul, George e Ringo faranno insieme», racconta Sean Ono Lennon nel documentario di Oliver Murray che in meno di 24 ore ha superato i 2 milioni di views. «Sentire la voce di John è qualcosa da festeggiare». Ma da festeggiare oggi è anche quell'"alchimia" tra i Beatles, che nemmeno la morte può annullare.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Novembre 2023, 08:43
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