Baustelle, il nuovo album Elvis

La recensione al nuovo album

Baustelle, il nuovo album Elvis

di Rita Vecchio

Un album datato 1973, che dispiega tutti i mezzi stradaioli alla Baustelle: un monito per chi ascolta, dalla prima alla decima traccia, Elvis. Servono pochi secondi di un’orchestra che si sta accordando (“Andiamo ai rave”) per entrare nella dimensione baustelliana. Il titolo è un pretesto con cui si allontanano da arrangiamenti baroccheggianti e dal pop cerebrale di “L’amore e la violenza" per fare ritorno al linguaggio schietto e noncurante del politicamente corretto, ai Rolling Stones e a Lou Reed.

Baustelle, la forza del rock: «"Elvis" è una rifondazione, se non ci fosse stato ci saremmo sciolti»

Baustelle: il nuovo album Elvis

 

Il re del rock 'n roll serve ai Baustelle per incasellare il loro di rock: audace, coraggioso, spavaldo. Si addentrano in territori - la matrice americana, il blues, il soul (“La nostra vita”), i giri armonici, il coro gospel, l’assolo di sax (“Betabloccanti cimiteriali blues”), la sezione dei fiati, i terzinati e il tris di basso-chitarra-batteria - non totalmente inesplorati, ma visitati, almeno fino ad Elvis, di sfuggita. A sprazzi, direbbe Bianconi, ci sono Roxy Music, Bob Dylan e Bo Diddley, Montale e Magrelli passando rester vivant” di Houellebecq che fanno da recinto sonoro cucito sull’attualità, tra politica e pessimismo del cosmo. Il climax dell’Ucraina (“Invadono/Bombardano/Distruggono”) in “Los Angeles”, scritta da Bianconi/Bastreghi pochi giorni dopo l’invasione russa, ne rappresenta la crudezza.

A quattro mani, i due scrivono anche “Cuore” e "Betabloccanti cimiteriali blues". La narrazione del mondo caotico è schietta e le sonorità nuove, vuoi per i nomi giovani, vuoi per la sete dei Baustelle di ritrovare quel minimalismo perduto attraverso canzoni nate dalla scrittura collettiva e da jam session improvvisate. Tra i crediti (in cui compare anche la figlia di Bianconi, Anna), ci sono i Coma_Cose, Lucio Corsi, Dimartino, che “pregano” in “Nel regno dei cieli”.

C’è un insolito coro gospel (The power of the gospel choir) e ci sono registrazioni di voci per strada e lasciate intatte (come quella del predicatore).

C'è la monovoce all’unisono di Bianconi e Bastreghi - che, nei piani iniziali, doveva essere la caratteristica di tutto il disco -  in “Gran Brianza Lapdance asso di cuori stripping club” (il titolo più lungo tra i loro brani), in cui sempre Bianconi riprende l’armonica a bocca. Elvis è la rifondazione per Rachele Bastreghi, Francesco Bianconi e Claudio Brasini. Lo hanno detto loro. E per fortuna, perché Elvis è uno degli album più belli della loro storia.

 

Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Aprile 2023, 09:57
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