Passano gli anni, si susseguono le stagioni ma i talk show politici in tv sono ormai sempre gli stessi da lustri. Fanno – chi più chi meno – i medesimi ascolti frutto dello zoccolo duro di telespettatori, ma di sicuro se ci fosse l’indice di gradimento sarebbero più indietro nei numeri. La formula è sempre la stessa. Ospiti che si parlano sopra, faziosi all’estremo. Tra l’altro raramente si vede una faccia diversa dai soliti noti seduti sulle poltroncine in studio o collegati da remoto. Personaggi che appaiono solo in quei determinati frangenti di quelle medesime trasmissioni, con quei soliti discorsi che difendono posizioni indifendibili.
Ma cosa fanno gli autori? Possibile che a nessuno venga mai un’idea diversa dalla più scontata routine? L’unica novità – ma ormai appartiene a qualche anno fa – la scomposizione del programma (sempre più lungo nei tempi per catturare share in seconda serata e ritoccare la media) in più moduli con il giro di valzer delle presenze (in modo da accontentare tutti gli amici degli amici).
Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Settembre 2021, 17:57
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