Herbert Ballerina (Luigi Luciano) a Leggo: “Sono il boss più goffo di sempre”

Herbert Ballerina (Luigi Luciano) a Leggo: “Sono il boss più goffo di sempre”

di Michela Greco
«In Quel bravo ragazzo sono un ingenuo a capo di una cosca mafiosa, ma la criminalità organizzata qui è stata inserita solo come un pretesto per calare il mio personaggio in un ambiente diverso dal suo. Ecco allora la parodia dei cliché mafiosi, con il risultato che la denuncia può arrivare più forte attraverso le risate».





A parlare è l'attore Herbert Ballerina (al secolo Luigi Luciano, foto Paolo Rizzo/Toiati), nominato ieri direttore per un giorno di Leggo in occasione dell'uscita in sala del suo primo film da protagonista dopo una esilarante storia di complicità con Maccio Capatonda. Diretto da Enrico Lando (che lo ha scritto con l'attore), Quel bravo ragazzo ricalca un po' l'idea di Johnny Stecchino mettendo il suo eroe nei panni di «uno che è stato per 35 anni in parrocchia a fare il chierichetto e all'improvviso viene fatto prelevare dagli scagnozzi di un boss mafioso che altro non è che suo padre, che sta per morire e vuole cedere a lui il comando della famiglia. Io ho un pubblico di giovani che magari non vedrebbero un documentario sulla mafia, ma se in una commedia ci metto iPizzo, la mafia social che si fa pagare il pizzo con una app, magari con una battuta faccio riflettere in modo genuino».

 
 


Accanto a Ballerina ci sono attori come Tony Sperandeo, Ninni Bruschetta, Enrico Lo Verso e Daniela Virgilio, un gruppo di interpreti di esperienza che hanno accompagnato l'attore nel suo grande salto. «Il film esce in 300 sale e devo dire che vivo male l'attesa per i risultati - ha spiegato ridendo l'attore - Inizio a pensare che potevo farmi i fatti miei e continuare a fare i film di Maccio, così poi se va male è colpa sua». Con Capatonda, Ballerina tornerà comunque a duettare in Omicidio all'italiana (in sala all'inizio del prossimo anno), mentre continuerà il suo impegno in radio con Lo zoo di 105.

Sul futuro del cinema, però, non è affatto ottimista: «Ho l'impressione che tra 3-4 anni sarà tutto finito. Già oggi si vedono tantissimi film in streaming e anche titoli forti come Lo chiamavano Jeeg robot o Veloce come il vento, di cui abbiamo apprezzato i risultati, hanno incassato solo 3-4 milioni a fronte dei 20 che guadagnavano, ai bei tempi, i cinepanettoni». 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Novembre 2016, 09:13
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