Donald & Hellen, Robert & Jane: a Venezia trionfa la bellezza delle coppie senza età

Donald & Hellen, Robert & Jane: a Venezia trionfa la bellezza delle coppie senza età

di Ilaria Ravarino
«Questo è un road movie sulla libertà di scegliere ogni istante della propria vita, contro i pareri di figli apprensivi e medici. Rispetto ai miei film precedenti ho provato a guardare la vita in maniera più adulta: ho pensato alla vecchiaia, alla vita, alla morte e a cosa c’è dopo. Non credo in nessuna religione, ma credo nell’esistenza dell’anima». Applaudito lungamente ieri a Venezia, così Paolo Virzì ha presentato il suo ultimo film Ella & John - The Leasure Seeker, primo italiano in concorso alla Mostra del cinema: un on the road sentimentale con Helen Mirren e Donald Sutherland.

Il film di Virzì ha fatto arrabbiare la critica americana (la stroncatura di Variety, la bibbia del cinema Usa, è arrivata ieri nel pomeriggio a guastare la festa) ma ha conquistato quasi unanimemente quella nazionale. 
Visibilmente emozionato, il regista livornese è tornato in concorso con un film interamente in lingua inglese a vent'anni dall'ultima incursione veneziana, quando il premio della giuria a Ovosodo lo consacrò erede unico della commedia dolce-amara all'italiana.«Rispetto ad allora sono più fragile - ha detto - stanotte non ho chiuso occhio, dai festival uno si aspetta sempre il peggio».

Tratto dall'omonimo libro di Michael Zadoorian, «cui abbiamo aggiunto alcuni dettagli per rinfoltire la storia, molto rarefatta nel romanzo, cambiando anche le location», Ella & John realizza il desiderio a lungo coltivato da Virzì di dirigere i due mostri sacri Mirren e Sutherland (già insieme in un film del 1990, Bethune il mitico eroe): «Mirren mi intimidiva di più, Sutherland mi ha trattato fin da subito come una specie di fratello. Vederli recitare insieme, e improvvisare, è stato incredibile. Non avevo paura che mi portassero via il film, che mi levassero lo scettro: anzi volentieri ho cercato di diventare invisibile, per cogliere ogni loro più piccola reazione alle scene».

Si è poi difeso, Virzì, dalle critiche di chi si sarebbe aspettato da lui un film più cattivo e militante (nel romanzo John è un operaio, nel film un professore universitario): «Un tempo forse la parola romantico mi faceva paura, mi preoccupava. Adesso mi fa piacere pensare di aver fatto un film così. Attenzione però: se racconti l'amore devi essere in grado di spiegare anche i litigi, i bisticci, la parte in cui ci si fa male». Per Virzì, che giura di voler «rimanere italiano», e che a ottobre girerà a Roma una commedia (scritta, pare, ancora da Francesco Piccolo e Francesca Archibugi) «con un cast tutto italiano», potrebbe anche aprirsi la corsa per l'Oscar. 

A meno che la stampa statunitense non si metta - come pare stia accadendo - di traverso: «L'Oscar? Molto divertente ma sono scettico. Gli americani ci pensano, loro sono fissati con la statuetta, a me fa già piacere essere a Venezia, sapere che lo vedranno in 90 paesi e che viene apprezzato». In ogni caso, la Sony farà uscire il film a dicembre (in Italia il 25 gennaio da 01) in posizione «strategica». «Vediamo, in America in effetti dovremmo avere un'uscita nelle sale temporalmente adatta al percorso per gli Oscar. Ma io non ci penso, è un pensiero che non mi ossessiona». 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Settembre 2017, 08:44
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