Nancy Brilli su Leggo: Pronto soccorso, che gentilezza!

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Capita che hai un problema, e devi andare al pronto soccorso. Arrivi col tuo guaio in atto, e, neanche sulla porta, ti trattano male. Una tipa ti apostrofa dall'altra parte dell'ingresso molto, ma molto ad alta voce: Ahò, nun se po' entra'! Che, famo come ce pare? Che se crede, de sta' al supermercato?? Ti immobilizzi, la gamba alzata a metà passo, e ti chiedi se dica proprio a te. Si.

Ti guardi intorno, che magari non hai letto un cartello, che ne so, un foglio, un post it, niente. Un infermiere ti piglia da una parte, ti misura la temperatura, ti pulsossimetra il dito e, mentre stai per mostrare il green pass, quello ti dice che noo, non gliene frega. Proprio così, ti dice.

Perplessità, ti spostano al triage, dove la tizia di prima ti sclera di nuovo in faccia che C'è da aspetta' dillà. Dove, prego? Dillà!. Tralascio il triste seguito, che tanto non migliora, e mi domando: perché?

Capisco la fatica, ma un poretto che non sta bene, andrebbe aiutato anche con la gentilezza, no? Magari non è che uno abbia tutto sto desiderio di passare la domenica pomeriggio all'ospedale, no? Mica è venuto per fare un dispetto a te, no? La differenza la fanno le persone, sempre e comunque. E sai il brutto qual è? Che in mille hanno detto è successo anche a me, anche a me, anche a me.


(brillisevuoi@leggo.it)


Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Novembre 2021, 12:42
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