Incidente a Roma, l'autopsia sul piccolo Manuel. Matteo Di Pietro, il video con il papà nella Ferrari a noleggio (senza cintura)

Sabato 17 Giugno 2023, 16:37 - Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 15:05

Noleggiatore: noi minacciati di morte

«Il nostro codice della strada (nello specifico l'art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione. E noi abbiamo effettuato i controlli per garantire il rispetto di tale condizione anche in questa occasione». Lo scrive su Fb Gabriele Morabito il titolare dell'autonoleggio Skylimit rent dove è stato preso a nolo il suv Lamborghini dai cinque ventenni youtuber coinvolti nell' incidente di Casal Palocco.

«Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle autorità. Ma non siamo in alcun modo co-responsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto poiché il compito della nostra società è offrire servizi, il ruolo di educatori spetta ai genitori. Sicuramente, come è giusto che sia, il nostro problema - prosegue Morabito su Fb - passa in secondo piano, ma continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile».

«Colgo infine l'occasione per ringraziare chi, invece, ci sta dimostrando la propria vicinanza, non per partito preso, ma perché prima di giudicare o condannare, si è informata», conclude il post.

Minacciati di morte

«Tutti sanno quanto generalmente siamo attivi sui social, questi giorni di silenzio sono motivati dal forte dolore che proviamo per quanto accaduto. Siamo scossi e addolorati della tragedia consumatasi, e il nostro pensiero è rivolto alla famiglia del piccolo. Ci rincresce constatare, però, che l'opinione pubblica sia stata fuorviata da una cattiva informazione normativa, che sta mettendo pesantemente in dubbio la professionalità e la diligenza del nostro operato». È la presa di posizione di Gabriele Morabito, titolare del noleggio auto Skylimit dove i ragazzi di TheBorderline hanno affittato l'Urus Lamborghini con il quale hanno fatto l'incidente mercoledì scorso e dove presero anche la Fiat 500 per un'altra challenge. «Il nostro codice della strada (nello specifico l'art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione. E noi - sottolinea sui social - abbiamo effettuato i controlli per garantire il rispetto di tale condizione anche in questa occasione. Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle Autorità. Ma non siamo in alcun modo co-responsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto poiché il compito della nostra società è offrire servizi, il ruolo di educatore spetta ai genitori». «Sicuramente, come è giusto che sia, il nostro problema passa in secondo piano, ma - conclude - continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile. Colgo, infine, l'occasione per ringraziare chi, invece, ci sta dimostrando la propria vicinanza, non per partito preso, ma perché, prima di giudicare o di condannare, si è informata».

Le indagini

Perquisizioni e caccia a chat e video. La Procura di Roma dispone una ampia attività istruttoria nell'indagine sul tragico incidente di Casal Palocco costato la vita a Manuel, il bimbo di appena cinque anni. I pm di piazzale Clodio vogliono accertare in quale contesto si è consumato lo schianto tra il Suv Lamborghini e la Smart. Per questo hanno affidato una consulenza sui telefonini dei cinque ventenni che erano a bordo del bolide blu: auto che era stata presa in affitto da alcuni giorni forse per realizzare una sfida social da postare nella piattaforma utilizzata dal collettivo Theborderline per le sue 'performancè seguite da oltre 600 mila follower.

L'obiettivo degli inquirenti è in primo luogo quello di verificare se sul cellulare di Mattia Di Pietro, il ventenne indagato che era alla guida e a cui sono contestati l'omicidio stradale e le lesioni, ci siano video girati nella fase precedente, durante o anche successiva all'impatto. Al consulente il pubblico ministero titolare del fascicolo, coordinato dall'aggiunto Michele Prestipino, chiede però anche altro: un'analisi approfondita anche dei telefoni delle altre persone, tre ragazzi e una ragazza, che erano a bordo.

Nei dispositivi mobili si cercano le chat, i messaggi, intercorsi tra i ragazzi o dialoghi utili alle indagini per ricostruire quanto avvenuto mercoledì intorno alle 16 in via di Macchia Saponara, nel quadrante sud della Capitale. Secondo alcuni testimoni oculari, infatti, anche dopo il tragico scontro alcuni dei ragazzi avrebbero continuato a riprendere con le videocamere dei cellulari, scatenando la reazione delle persone accorse a prestare aiuto. Ma l'attività degli inquirenti non si ferma a verifiche solo di natura tecnica.

Sono state infatti disposte una serie di perquisizioni: nell'abitazione dell'indagato, nel cui sangue sono state trovate tracce di cannabinoidi e non è escluso che l'attività sia legato a questo, ma anche nella sede della società TheBorderline, di cui Di Matteo era a capo del Cda e che aveva un fatturato annuo di circa 190 mila euro. Chi indaga punta ad acquisire ulteriori elementi per consolidare l'impianto accusatorio. In questo ambito sono proseguite, per tutta la giornata, le audizioni delle persone informate sui fatti. Ascoltati anche alcuni appartenenti al collettivo che però non erano a bordo dell'auto quel pomeriggio. In calendario, appena le condizioni lo renderanno possibile, anche la convocazione per la mamma del piccolo, che ieri ha lasciato l'ospedale Sant'Eugenio dove era stata ricoverata.

E proprio la legale della famiglia, Ilaria Mistretta, ha chiesto con una diffida inviata ai «sensi della normativa della privacy, della carta di Treviso e del codice di deontologia dei giornalisti a rimuovere e non pubblicare qualsiasi immagine e/o riferimento anagrafico del minore e della sua famiglia da qualsiasi articolo o servizio giornalistico» riguardante la vicenda. I familiari, inoltre, attendono la restituzione della salma per potere procedere con i funerali. Le esequie arriveranno dopo il nulla osta della Procura che ha disposto l'autopsia.

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