I lavoretti per la festa del papà quest’anno non ci sono stati e non ci saranno neanche quelli per celebrare le mamme. Nelle classi di una materna della Capitale i 200 piccoli non hanno portato a casa disegni o oggettini realizzati tradizionalmente nel giorno di San Giuseppe. Uno stop, riportano alcuni genitori, «al fine di favorire l’inclusione delle famiglie Arcobaleno». La storia viene raccontata da un gruppo di famiglie che sta raccogliendo firme per presentare un esposto al Comune di Roma, all’Ufficio Scolastico Regionale, nonché al Ministero dell’Istruzione. Succede nel quartiere Appio-Latino dove ieri pomeriggio, al suono della campanella alle 16, sui marciapiedi di via Latina le rimostranze di alcuni genitori si disperdevano tra il vocio dei bimbi.
LE CRITICHE
Secondo quanto spiega Cesare Longo, 48 anni, commercialista, papà di un bimbo di 5, «nella scuola comunale per l’infanzia “Ada Negri” già da giorni circolavano voci che non ci sarebbe stata alcuna celebrazione della ricorrenza, ma nessuna notizia ufficiale era stata comunicata». Poi, il giorno di San Giuseppe, la novità: «Le maestre hanno comunicato alle rappresentanti di classe, tramite WhatsApp e altro, che quest’anno non sarebbero stati preparati lavoretti nella scuola per la festa del papà, e neanche per la festa della mamma, “al fine di favorire l’inclusione delle famiglie Arcobaleno”». Ed è scoppiata la polemica. «Non c’è stata alcuna condivisione» dicono alcuni genitori. Nell’esposto si legge che i firmatari «deplorano tale scelta» perché «comprime i diritti della schiacciante maggioranza dei bambini alla festosa conoscenza delle tradizioni proprie della nostra cultura, alla celebrazione della figura del padre (e successivamente della madre) e della famiglia, primo luogo in cui si conoscono e conservano i valori educativi alla base della civile convivenza». Si parla poi di «errata interpretazione delle politiche di inclusione promosse dal Ministero, che hanno semmai l’obiettivo di estendere i diritti e studiare situazioni personalizzate per chi ha delle situazioni particolari». Alcuni raccontano che in una classe i disegni preparati «sono rimasti in aula visto che la maestra ha detto che non potevano essere portati a casa».
La raccolta firme nel VII Municipio è partita ieri: «Abbiamo raccolto una quarantina di adesioni».
Tante le polemiche. «Non è giusto limitare i bimbi togliendogli la fantasia» dice Mario Rusconi, presidente sezione Roma Associazione nazionale presidi. Per Simona Baldassarre (Lega), assessore alla Cultura della Regione, «è la riprova della natura puramente ideologica di certe decisioni scolastiche». Chiede «chiarezza» la deputata della Lega Giorgia Latini. «È assurdo e discriminante cancellare una tra le ricorrenze più sentite, annullando la figura del padre e della madre in nome del politicamente corretto» ha detto Marco Perissa, deputato FdI. «Siamo costretti, ancora una volta, ad assistere a scenari ideologici e infondati» ha dichiarato Laura Corrotti, consigliere regionale FdI. E ancora: «Ritengo folle e inaccettabile quanto accaduto» ha detto Federico Rocca, consigliere capitolino FdI. Per gli esponenti della Lega, il segretario romano Angelo Valeriani e il vice Maurizio Politi, «si tratta di una scelta frutto di esclusivo furore ideologico e voglia di farsi pubblicità sulla pelle dei bambini».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Aprile 2024, 17:05
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