La dittatura degli influencer

La dittatura degli influencer

Se bar e ristoranti sono chiusi per colpa del Covid, la chiacchiera viene portata avanti sui social, diventati sempre più parte integrante della dieta mediatica del cittadino: l'opinione pubblica si crea (anche) online. Croce e delizia. Con il consolidamento dei social, si è rafforzato anche il potere degli influencers, ormai dispensatori di Verità su ogni argomento.

Tra consigli d'acquisto, vita quotidiana e pensierini della sera, sono diventati dei piccoli dittatori della comunicazione. Inutile girarci intorno: l'influencer ha sempre ragione e guai a dirne male, pena l'ira di milioni di followers scatenati contro. Un'egemonia culturale della sottocultura, è la quintessenza del nostro tempo. Anche i giornalisti si sperticano spesso in lodi, mentre i politici fanno a gara per selfie e premi. Ma chiede giustamente Masneri sul Foglio: Tessera Ferragnez, quanti voti sposta un follow?.

Di sicuro l'arrivo della Ferragni nel CDA di Tod's ha spostato 100milioni di euro in un giorno. Il tema non è da sottovalutare: e se un giorno gli influencers si svegliassero, e invece che consigliare magliettine, dicessero che la democrazia è inutile, o che è giusto possedere un'arma? Avrebbe lo Stato la forza di affermare il contrario? Con quali strumenti? Interrogativi aperti, risposte prevedibili.


@maddai_
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Aprile 2021, 15:39
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