Un ufo. Più o meno questo sembrava Luca Ravenna, in mezzo ai comici più

Un ufo. Più o meno questo sembrava Luca Ravenna, in mezzo ai comici più noti nel cast di Lol. Chi ride è fuori, programma che ha sbancato per gradimento su Amazon Prime Video. «Ero la quota indie dello show», la butta sul ridere lui, che aggiunge: «Il mio stare silenzioso e un po' in disparte ha acceso l'attenzione di tanta gente che poi è andata a cercarmi in rete. Posso dire che per me è stata una fortuna». La comicità, come autore e come stand up comedian, viene da lontano per Luca Ravenna, milanese, 34 anni a giorni, ma certo Lol gli ha dato una sorta di consacrazione. «Era un periodo cupo per gli italiani in pandemia», spiega il comico, «e quello fu il momento giusto, c'era voglia di ridere». Luca Ravenna è in scena oggi (sold out) con la seconda data del suo Rodrigo Live al Magnolia Grand Theatre.
Partiamo dal titolo. Chi è questo Rodrigo?
«Non chi, ma cosa è. È una marca di t-shirt, chissà poi se esiste. Ero a Caltanissetta per uno show, mi piaceva una maglietta e il venditore cercò di valorizzarmi ciò che stava vendendomi dicendo: guardi che è di Rodrigo».
E dunque?
«Questo per dire che la verità non sta in chi racconta una storia, ma in chi ascolta. Ora a me piace pensare che quel Rodrigo sia speciale».
Molti politici la capirebbero al volo: saper dire ciò che si vuole sentire. È questo, anche, la stand up comedy?
«No, è l'opposto. È dire cose anche scomode, con il punto di vista assolutamente personale. L'attore, con il microfono in mano, racconta storie del suo mondo, cercando di farci rispecchiare il pubblico».
Già che c'è, può dirci la differenza tra stand up comedy e cabaret?
«La stand up sono io Luca Ravenna che salgo sul palco e parlo di me, il cabaret è un attore che veste una maschera. Per capirci: il cabarettista parla del problema del traffico in senso generale, lo stand up comedian sono io che parlo del traffico sotto casa mia a Roma. È come la musica rap, declinata in comicità: racconto di cose contemporanee. Non a caso sia stand up comedy che rap sono fiorite in rete».
Su You Tube infatti, con i suoi Cachemire Podcast insieme a Edoardo Ferrario è sempre in cima alle classifiche Spotify.
«Una formula che funziona. Cazzeggiamo ma con disciplina e improvvisazione. You Tube è il corso Vittorio Emanuele della comicità, oggi».
A proposito: perché lasciò Milano per Roma?
«Vivevo in zona Missori, via Rugabella, ho studiato al liceo Parini. Volevo fare lo sceneggiatore, e fui preso al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Poi mi stancai di far ridere come sceneggiatore, volevo far ridere in prima persona. Milano capitale del cabaret? Ok, erano i tempi in cui Zelig era diventato troppo executive, roba da prima serata. La sfida era far ridere, da milanese, i romani». C'è riuscito.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Settembre 2021, 05:01
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