Discese e rinascite, come seguire le note irrequiete sul pentagramma. Enrico Nigiotti
Enrico Nigiotti, livornese doc ma un rapporto naturale con Milano, giusto?
«Sono sincero, io l'asfalto non lo amo. Sono attaccato visceralmente a Livorno, e amo i paesaggi, la natura. Faccio fatica in città. Ma Milano è il centro della musica, per noi musicisti italiani è New York».
Quale repertorio al Carroponte?
«Soprattutto i brani dell'ultimo album Cenerentola e altre storie..., con i nuovi pezzi: l'ultimo singolo estivo Notturna, quello di Sanremo Nonno Hollywood, e La ragazza che raccoglieva il vento».
Il pezzo dedicato alla poetessa Alda Merini, una milanese.
«Alda Merini è un'artista che mi ha sempre rapito e affascinato. Sentivo da un po' di tempo il bisogno di dedicarle una canzone».
È vero che sei nato con la musica blues?
Sì, sentivo tutto il blues possibile, B.B. King e soprattutto i grandi chitarristi».
Hai portato qualcosa di quella musica nei tuoi lavori di oggi?
«Penso l'istintività. Nella musica e nei testi, diretti e semplici».
Cosa temi di più di questo lavoro?
«Le mode. Oggi è difficile costruire. Tutto va veloce e passa. Prima l'indie, poi la trap. Io sto cercando di fare la formica, di costruirmi un pubblico, diciamo così, mollica dopo mollica». (F.Gat.)
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Giugno 2019, 05:01
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