Carminati: "Sono ancora in guerra. La Banda? Ero amico di Giuseppucci". Alemanno: "Mi ha scagionato"

Carminati: "Sono ancora in guerra. La Banda? Ero amico di Giuseppucci". Alemanno: "Mi ha scagionato"

di Davide Manlio Ruffolo
«Ero in guerra con il mondo e a quanto pare non è ancora finita. Sono l’unico al 41 bis in attesa di giudizio. Ma nessun problema, posso stare contro tutti, non ho paura». Parole e musica di Massimo Carminati, in videoconferenza dal carcere di Parma con l’aula bunker di Rebibbia, per la seconda parte del suo atteso interrogatorio.

Nell’udienza il “cecato” ha ripercorso il suo passato a partire dai legami con la Banda della Magliana. «Avevo contatti con loro perché Giuseppucci era mio amico, ci conoscevamo da una vita e abitava a 50 metri da casa mia», ha spiegato il presunto boss di Mafia Capitale che ha aggiunto «quando è morto sono rimasto molto dispiaciuto». Oltre al capo della Banda, continua Carminati, «ho conosciuto molti altri di loro, tutti bravissimi ragazzi almeno dal mio punto di vista». Successivamente l’ex Nar ha parlato del famoso colpo al caveau di piazzale Clodio, avvenuto nel 1999, affermando che: «Chi rapina una banca non cerca documenti ma soldi e preziosi. Ammesso e non concesso che abbia fatto quel colpo, qualche soldo lo avrò portato via».

Altro tema affrontato è stato quello delle armi (non rinvenute dagli investigatori, ndr) di cui il “guercio” parlava al telefono con Brugia. In quell’occasione, secondo lui, «stavamo chiacchierando di un film dove c’erano armi e siccome mi piacciono abbiamo proseguito con l’argomento», del resto «negli anni 70 facevo il rapinatore di banca e qualche arma l’avrò avuta ma nel recente passato non ne ho avuto disponibilità, non ci servivano».

Parlando del presente, Carminati ha precisato, a suo dire, l’inconsistenza dell’accusa di associazione mafiosa affermando: «Le sole che prendevamo dimostrano che non c’era alcun controllo di un’organizzazione criminale del territorio». In merito a molte intercettazioni, tra cui quelle sul famigerato «mondo di mezzo», l’imputato le ha liquidate come «semplici chiacchiere da bar assurte a filosofia». Terminata l’udienza, l’ex sindaco Alemanno ha commentato: «Carminati ha confermato la mia totale estraneità ai fatti di Mafia Capitale. Dopo due anni di gogna mediatica sarebbe tempo che i media ne prendessero atto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Marzo 2017, 09:16
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