Milano, la doppia guerra dei writer
contro i rivali e i difensori del decoro

Milano, la doppia guerra dei writer ​contro i rivali e i difensori del decoro

di Salvatore Garzillo
C'è una guerra invisibile a Milano. Una guerra che si combatte tutti i giorni sui muri, sulle serrande, sulle vetrine e sui monumenti della città e che in pochi riescono a vedere.





Le armi sono bombolette e pennarelli, le spade dei writers che si contendono il territorio e si feriscono a colpi di offese scritte e “crossing”, la copertura della firma (tag) o del disegno (pezzo) di un rivale. «Le battaglie possono essere di tre tipi - spiega Fabiola Minoletti, grande esperta del fenomeno e rappresentante milanese dell'Associazione nazionale antigraffiti - tra writer e street artist, tra writer di crew (gruppi) diverse, tra writer e cittadini. Nell'ultimo caso si assiste a scambi anche comici».



Capita spesso che i proprietari dei muri sporcati utilizzino i cartelli per comunicare con i graffitari. In una via del centro, per esempio, un signore ha realizzato uno stencil sullo stile di Banksy (forse il più famoso writer del mondo) col disegno di una mano che utilizza una bomboletta dalla quale escono feci. Questo il suo messaggio: «Caro imbrattamuri se fosse arte la compreremmo e invece dovremo pagare per cancellarla». Da un'altra parte della città, invece, un writer ha risposto così alla pulizia di un muro: «Continuate a cancellare, noi continueremo a sporcare!».



Ma i messaggi possono essere anche più minacciosi, come accade nel caso di ripetuto “crossamento” di un pezzo. «Riva ti ammazzo come un cane» si legge su una targa accanto a una firma coperta. Riva è membro della crew CTO (“Check this out”, ovvero “beccalo”) ed evidentemente è solito crossare gli altri.



Un altro metodo è sovrascrivere sulla tag di un rivale “Fuck” o “Toys” (“Trouble On Your System”, c'è un problema nel tuo sistema, che nello slang equivale a principiante). «Così è stato punito Humen, colpevole di aver esagerato con la bomboletta nella zona delle colonne di San Lorenzo - spiega la Minoletti - e anche il giovane Eton di zona Corvetto. Dru, un altro graffitaro, è un grande crossatore e questo gli ha creato molti nemici nell'ambiente».



La sua tag compariva anche sulla bellissima Madonna di Guadalupe ritratta su un portone di corso di Porta Ticinese 22 da Retna (Marquis Lewis) ed El Mac (Miles MacGregor), una coppia di artisti di Los Angels di fama mondiale. La vandalizzazione aprì un dibattito tra i writers che alla fine è terminato con la restaurazione del disegno. Come fosse un'opera antica.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Febbraio 2015, 09:07
© RIPRODUZIONE RISERVATA