Lettera choc: "Caro Manuel Foffo, capisco
perchè volevi uccidere tuo padre" -Foto

Lettera choc: "Caro Manuel Foffo, capisco perchè volevi uccidere tuo padre"
Una lettera che sta attirando le attenzioni dell'opinione pubblica: è stata scritta da Pietro Maso, l'uomo di 45 anni che il 17 aprile 1991 ha massacrato i suoi genitori insieme a tre amici, dopo aver trascorso una notte in discoteca. Dopo l'omicidio, tornò nel locale notturno e al suo rientro a casa recitò la parte del figlio disperato.

Ora, dopo 22 anni di carcere è in una comunità e ha deciso di scrivere a Manuel Foffo, in prigione per l'omicidio di Luca Varani. Il settimanale 'Giallo' ce la fa leggere integralmente.

Incredibile leggere come Maso, in realtà cerchi di dare un giustificazione all'azione folle di Foffo: "Caro Manuel, se me lo permetti mi rivolgo a te con un confidenziale ‘tu’ ma è solo perché credo di essere tra i pochi a comprendere i terribili momenti che stai vivendo - scrive Maso nella lettera indirizzata a Foffo -. Sono Pietro Maso, il mostro, colui che molti anni fa uccise i genitori senza alcun tentennamento. Nel 1991 ero da poco maggiorenne, sono l’ultimo figlio nato dopo due femmine. Questo mi poneva nell’insopportabile condizione di essere reputato il piccolo di casa da coccolare mentre reclamavo il ruolo di capobranco cui spettava il compito di proteggere le sorelle... Amavo mio padre e mia madre, ma non me ne accorgevo. Una famiglia all’apparenza felice senza difficoltà economiche... Oggi come allora le icone erano di cartapesta. Mi sembrava giusto desiderare le belle ragazze, le auto di lusso e la vita incosciente, con la sconsiderata temerarietà che sa di eroico. Con i miei amici decidemmo di uccidere i miei genitori. La realtà è che sfruttai l’ascendente che avevo su di loro solo per regolare le mie psicosi e sconfiggere i miei incubi. Da quell’abominevole attimo, la vita mi è sfuggita dalle mani per sempre. Perché ho pensato di scriverti? Per egoismo. Aiutarti mi fa sentire finalmente migliore e mi aiuta a sconfiggere i fantasmi che alimentano i miei sensi di colpa. Non posso biasimarti per quello che hai fatto. Io sono stato peggiore di te, ma posso capire perché volevi ammazzare tuo padre. Un cupo e rarefatto istinto di rivalità per catturare tutto l’affetto delle donne di casa e dimostrare di non essere solo il cucciolo fragile e indifeso. Conosco bene la tua transizione e ciò che ti aspetta per molti anni ancora. L’isolamento, la disperazione, gli sputi in faccia degli altri detenuti e la durezza delle guardie. La voglia di suicidarti e l’illusione di svegliarti da un brutto sogno e tornare alla vita di sempre. Quale vita, poi, quella dedicata alla cocaina e ai festini promiscui?

Maso continua descrivendo la sua situazione e dando qualche consiglio a Foffo: "Avrai molti psichiatri che ti squarteranno la mente e l’anima... Sarai l’obbrobrio da esibire come bersaglio per ogni riprovazione e il riferimento comune che mette tutti d’accordo nel disprezzo... Non avrai più intimità se non fra le mura della tua cella che diventerà tutto il tuo mondo...Il peggio è che pure a fine corsa rimarrai la bestia feroce da escludere. Non ti illudere che sarai accettato... Fra un quarto di secolo troverai qualcuno che ti riconoscerà per scacciarti... Succede anche a me. Avrai bisogno di tanti libri. Te ne regalo uno, quello che ho scritto. Se può aiutarti, scrivimi e ti risponderò. Se non altro potrò darti qualche consiglio di vita vissuta".

Questa lettera, però, non verrà mai letta da Foffo, poichè lui è in isolamento e il suo avvocato cerca di fare quadrato intorno al suo cliente: "Quella lettera sarà buttata. Manuel è in isolamento. Oltre al desiderio di visibilità di Maso non ci vedo altro", ha dichiarato il legale Michele Andreano.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Aprile 2016, 16:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA