La tragedia della Marmolada ci ha messi di fronte, per l’ennesima volta, alle conseguenze del cambiamento climatico: un tema caldissimo – scusate il gioco di parole – che purtroppo, con una guerra in corso, sembrava aver perso l’attenzione dei media e di noi tutti.Invece dobbiamo pensarci. E’ necessario, se non vogliamo sempre e solo raccogliere macerie e vittime.
Se le alte temperature portano i ghiacciai a sciogliersi o a ‘staccarsi’ all’improvviso – come appunto alla Marmolada – il mondo, tutto, si sta ‘prosciugando’, perché l’acqua è sempre di meno. In Kenya, ad esempio, una donna impiegava dalle due alle cinque ore per rifornirsi di acqua, adesso, invece, può mettercene fino a 12. Più le fonti si prosciugano, infatti, più le distanze da percorrere aumentano. Ma l’allarme siccità non riguarda solo l’Africa. In Italia, le immagini dei fiumi in secca sono la prova di come il cambiamento climatico stia colpendo anche noi. Il livello del Po non è mai stato così basso dagli anni ‘50. E le temperature continuano a crescere.
Ma cosa c’entra tutto questo con la nostra rubrica? C’entra perché, purtroppo, a pagare di più le conseguenze del cambiamento climatico sono più deboli del mondo: il sud del mondo, anzitutto, ma anche le donne più degli uomini.
I seguaci di Greta Thumberg, fino a qualche tempo fa venivano chiamati i scherzosamente i“gretini. Beh, almeno noi donne facciamoci furbe, invece, perché il cambiamento climatico colpisce noi più di chiunque altro!
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Giornalista, autrice e conduttrice tv. Da anni realizza reportage di approfondimento su ambiente, sostenibilità e temi sociali. L'argomento che più la appassiona è la parità di genere. E' mamma di due bambini.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Luglio 2022, 07:45
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