Omicidio Luca Sacchi, l'ex compagna del killer: «L'ho lasciato perché mi picchiava»
di Emilio Orlando
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LE COLLEGHE. Tra le colleghe di lavoro di Valeria è ancora vivo il ricordo delle confidenze che la ragazza raccontava sulle violenze che subiva da Del Grosso. Bionda, curata nell'aspetto, occhi grandi e solari ora la ventenne dovrà crescere il figlio senza l'aiuto del padre naturale. «Un uomo che non le permetteva nemmeno di avere il telefonino per quanto era geloso. Per chiamarla dal lavoro, anche noi eravamo costretti a telefonare al cellulare della madre o di qualche altro parente - ricordano alcune colleghe di un bar su via Tiburtina -. Valeria era sempre molto triste e preoccupata. Spesso ci confidava che il fidanzato la picchiava nonostante avessero un bimbo piccolo e che non trovava il coraggio di lasciarlo perché aveva davvero paura».
LE INDAGINI. Una pista porterebbe alla piazza di spaccio via dell'Archeologia a Tor Bella Monaca, dove a poca distanza è stato ritrovato lo zaino di Anastasiya (la fidanzata di Luca) con il denaro. Secondo gli investigatori ci sarebbe un legame tra le due realtà criminali, la prima quella di San Basilio, dove il clan ndranghetista dei Marando controlla lo spaccio il via Corinaldo e via Mechelli e che nelle loro fila hanno arruolato pericolosi criminali albanesi armati. Non si esclude, che ad armare al mano di Valerio Del Grosso con una rivoltella calibro 357 Magnum, possano essere state le famiglie di narcotrafficanti a cui qualcuno dei presenti al pub aveva fatto uno sgarro.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Novembre 2019, 10:21
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