Kidjo angelica al Parco della Musica: omaggio all'Africa e a Byrne

Angelique Kidjo, voce e fascino dal Benin per l'incontro in musica tra culture

di ​Massimiliano Leva
È una forza della natura. Per la voce, la grande capacità nel canto e per il fascino che sa emanare. E chiunque l’abbia apprezzata dal vivo lo sa bene. L’occasione dunque è di quelle importanti: Angelique Kidjo, cantante del Benin, 39 anni, interprete di musica afroamericana, forte di collaborazioni che vanno da Ziggy Marley a Santana fino a Carmen Consoli, arriverà domani - 24 luglio - al Summer Fest nella cavea del Parco della Musica.

In scaletta anche le canzoni di Remain in the light: capolavoro pubblicato dai Talking Heads di David Byrne nel 1980 e rielaborato dalla Kidjo in chiave world music. Si tratta dell’ultimo album fatto uscire da lei e per gran parte della critica addirittura segnalato come uno dei suoi migliori lavori. Le canzoni (da Burning down the house a Once in a lifetime) sono state rifatte con il sound dei suoni africani a partire dall’influenza del musicista nigeriano Fela Kuti, dalla poliritmia africana, dal funk e dalla musica elettronica.

«Le idee africane erano molto più importanti da ottenere dei ritmi specifici» avrebbe affermato David Byrne, facendo riferimento non solo alla forma, ma anche ai contenuti di quell’album. Oggi la Kidjo sceglie di riportare quel mondo post-punk, di suoni e di groove, alle proprie origini in una sorta di viaggio andata/ritorno caratterizzato da nuove linee di chitarra, nuovi messaggi e una sorprendente energia. Un incontro tra sonorità e culture differenti, ma anche un omaggio a una delle più grandi band della storia della musica. Quanta strada per la ragazza che esordì nel 1988 con il suo primo disco Pretty, che in carriera ha vinto tre Grammy Awards ed è stata inserita dal quotidiano The Guardian tra le cento donne più influenti al mondo. 
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Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Luglio 2019, 07:20
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