Referendum, Maroni: "Obiettivo dal 34% in su". E incassa l'appoggio di Berlusconi

Referendum, Maroni abbassa l'asticella: "Sarà un successo se vota più del 34%"

di Elisa Straini
L’obiettivo è portare al voto «almeno il 34%» dei circa 7,7 milioni di lombardi chiamati domenica a votare per il referendum per una maggiore autonomia alla Regione. Dopo aver evitato per settimane di dare percentuali, ieri il governatore Roberto Maroni, con a fianco il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ha fissato l’asticella. Come riferimento ha scelto il referendum costituzionale del 2001 sul Titolo V, quando «andò a votare il 34%».

«Mi aspetto di superare almeno quella quota, poi ogni voto in più sarà un successo». La consultazione in ogni caso sarà valida, perché il referendum lombardo non ha il quorum. Ma, ha ripetuto più volte il governatore nel corso della campagna referendaria, «più lombardi vanno a votare, maggiore sarà il mio potere contrattuale nella trattativa con il governo». Non la pensa così il Pd: per il segretario regionale Alessandro Alfieri «un’affluenza sotto il 50% sarebbe un vero flop per Maroni, visto che i leghisti erano partiti con il chiedere un plebiscito».

Intanto ieri Maroni ha incassato l’appoggio, di persona, di Berlusconi, che già si era espresso a favore del referendum. In una conferenza stampa che li ha visti assieme al Piccolo Teatro, l’ex premier ha apprezzato la novità del voto elettronico della consultazione lombarda: «È un’innovazione positiva che spero possa essere applicata anche al prossimo voto nazionale» contro il rischio di brogli. E poi ha rilanciato: dopo i referendum nelle due “locomotive” Lombardia e Veneto, «voglio proporlo in tutte le regioni». Perché «lo statalismo della sinistra deve essere superato con il vero federalismo» e bisogna «spostare la competenza di 11 materie dal centro alla sede giusta, quella regionale».

Duro il commento del vice segretario Pd Maurizio Martina: «Mi pare che Maroni e Berlusconi abbiano fatto un comizio elettorale per le prossime politiche usando ancora una volta la Lombardia come pretesto».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Ottobre 2017, 23:30
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