Taxi fermi ieri a Milano per la seconda giornata di sciopero contro il Ddl concorrenza, che apre il settore ai servizi di mobilità digitali, da Uber ad altri. «Uno stop pressoché totale», dicono i sindacati. Le auto bianche non si muovono. Dagli aeroporti alla Stazione Centrale. «Così perdiamo l’aereo», lamentano i turisti che devono andare a Linate e a Malpensa. «Non ci immaginavamo una paralisi del genere». Uomini d’affari appiedati che chiedevano ai tassisti uno strappo alla regola.
PARALISI I tassisti non hanno mollato. No corse, eccetto quelle per garantire il trasporto sociale di persone fragili, disabili, malati. «L’adesione allo sciopero è molto alta, al di sopra del 90%. In tutto, a Milano, ci sono 4.850 taxi, di questi, circa 400 stanno presidiando i posteggi per i servizi sociali a passeggeri fragili, gli altri sono tutti fermi», avvisa Gianfranco Acquaviva di T.Asso Taxi Confartigianato.
PRESIDI E VOLANTINI Erano circa un’ottantina i tassisti che hanno protestano, in mattinata, in largo 11 settembre, vicino alla prefettura, «contro l’articolo 10 del Ddl concorrenza»: per il governo il settore deve modernizzarsi.
LUGLIO DI DISAGI Si annuncia un luglio rovente, con altri scioperi che a lungo andare potrebbero anche essere selvaggi e non annunciati. Non solo taxi. Domenica tocca a Trenord. I lavoratori incroceranno le braccia per l’intera giornata. Non ci saranno treni garantiti, nemmeno quelli per raggiungere l’Arona Air Show 2022 o le mete turistiche. Per il Malpensa Express previsti autobus sostitutivi, senza fermate intermedie tra Milano Cadorna e Malpensa.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Luglio 2022, 09:00
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