Milano, il pagellone 2018: promossi e bocciati nell'anno d'oro della metropoli dove la qualità della vita vola

Milano, il pagellone 2018: promossi e bocciati nell'anno d'oro della metropoli dove la qualità della vita vola

di Paola Pastorini
GIUSEPPE SALA, SINDACO 9
Dirige Palazzo Marino come un’azienda, con lo stile da Mr. Expo che lo ha lanciato. E il modello funziona. Suo il compito di promuovere Milano, e ci riesce benissimo. Instancabile, si è speso per Ema (ma è andata male) e per le Olimpiadi (e qui Milano ha ottime carte). Difende i primati di Milano e sa tirare fuori le unghie. Ricordate la querelle sulle chiusure domenicali dei negozi? «Le facciano ad Avellino» liquidò Di Maio. Ha una visione della Milano del futuro, e se la città è al primo posto per qualità della vita, il merito è anche suo. 

ANNA SCAVUZZO, ASSESSORA SICUREZZA 6
Sala l’ha scelta come vicesindaca, e lei c’è, sempre in prima linea. Nella giunta ha debuttato con l’assessorato all’Educazione, ma dopo il rimpastino post elezioni Regionali ha preso l’assessorato alla Sicurezza. Un incarico che però forse non è del tutto nelle sue corde. Sul tema sembra sempre un passo indietro: a Milano serve una marcia diversa.

PIERFRANCESCO MAJORINO, ASSESSORE WELFARE 6
È tra i più bersagliati dai social, proprio per il ruolo che ricopre nell’Italia del “prima gli italiani”. Celebri le sue bagarre verbali con Salvini, perché sul welfare gli amministratori locali hanno sempre più le mani legali. Lui ci prova, ribatte colpo su colpo, ma intanto la città si è riempita di clochard italiani e stranieri e pure la zona dl Duomo è diventata un dormitorio.

PIERFRANCESCO MARAN, ASSESSORE URBANISTICA 8
Sta portando avanti il progetto degli Scali ferroviari e del verde, ma è diventato famoso per avere detto no all’offerta impropria degli uomini dell’imprenditore Luca Parnasi che in cambio di favori ventilavano un appartamento, o lo meglio lo facevano capire. «Nessuna offerta, hanno capito che qui non si usa», ha tagliato corto. 

LORENZO LIPPARINI, ASSESSORE OPEN DATA 5
Un nome e un volto sconosciuto ai più. Capita quando sei a capo dell’assessorato alla Partecipazione e Open Data, dalle funzioni oscure. Lo si ricorda per aver gestito i dibattiti pubblici sulla riapertura dei Navigli, pallino del sindaco. E sulla realizzazione dell’opera o meno probabilmente si gioca la carriera politica.

ATTILIO FONTANA, GOVERNATORE 7
Gli è riuscita una scommessa a cui non credeva nessuno: in pochi mesi ha fatto dimenticare Maroni. Ha preso possesso di Palazzo Lombardia in punta di piedi, privilegia il saper fare ai colori di partito, ha dato seguito alle promesse elettorali: in primis l’azzeramento del canone Aler per gli ultrasettantenni indigenti. Prossima tappa, la realizzazione dell’autonomia, forse ancora entro l’anno. Forte del risultato delle urne, anche il Consiglio regionale marcia a gonfie vele: in 9 mesi ha approvato 21 nuove leggi e adottato 370 provvedimenti.

MARCO CIACCI, COMANDANTE VIGILI 6
Sotto la divisa da comandate della polizia locale batte un cuore di poliziotto. Lo si vede ad esempio nel potenziamento del settore investigativo, con operazioni che non hanno nulla da invidiare agli altri corpi. Come un maxi sequestro di hashish di qualche giorno fa. Ma il suo passato - fino al 2017 è stato responsabile della polizia giudiziaria della procura - può anche indurlo a qualche scivolone: come la vicenda dell’investimento mortale di un pedone da parte della figlia di Ilda Boccassini. Ciacci si precipitò sulla scena. E a darne notizia ci pensarono i sindacati dei ghisa, che non lo amano.

GIULIO GALLERA, SANITÀ REGIONALE 7
Guida con polso l’assessorato regionale al Welfare dal 2016 ed è stato riconfermato da Fontana. Del resto è il politico che nelle elezioni di marzo ha preso più voti in assoluto. Sempre tempestivo nel coordinare le operazioni di salute pubblica, come l’emergenza legionella di Bresso e i casi di meningite. Lungimirante, ha lanciato in Lombardia la campagna di informazione e sensibilizzazione sui vaccini, prima ancora che venisse approvata la legge nazionale sull’obbligo vaccinale. E tocca a lui portare avanti il processo di attuazione della riforma del sistema socio-sanitario regionale.

ALEXANDER PEREIRA, SOVRINTENDENTE SCALA 7
Il suo ultimo successo l’Attila di Verdi per la Prima del 7 dicembre. Pereira è sovrintendente e direttore artistico del più famoso e blasonato teatro lirico del mondo dal 1°settembre 2014. Tra i suoi meriti, l’operazione antibagarinaggio con il “rientro” della biglietteria dal mezzanino del metrò al teatro e la linea dura con chi sgarra nella vendita di ticket sottobanco. E poi la politica degli spettacoli lirici per i bambini: l’opera si impara ad amare dalla tenera età. 

LAURA GALIMBERTI, ASSESSORA EDUCAZIONE  5,5
La guida scout di Matteo Renzi è stata chiamata in giunta a raccogliere il testimone lasciato da Scavuzzo. Dopo di che se ne sono perse le tracce. Intanto nelle mense di Milano Ristorazione arrivava lo sciopero con la distribuzione del panino della vergogna e i bambini della Stoppani andavano in classe con i caschetti perché venivano giù i calcinacci.

LORENZO PIANAZZA, STUDENTE 10
Lo studente diciottenne a febbraio alla fermata Repubblica del metrò si è lanciato sui binari per salvare un bimbo di due anni che era caduto e stava epr essere travolto da un convoglio. Il suo gesto ha commosso Milano e l’Italia, come la prontezza di Claudia Flora Castellano, agente di stazione Atm che ha bloccato il treno per tempo. Applausi a un eroe per caso.

LILIANA SEGRE,  SENATRICE 10
A 13 anni, nel 1943, fu deportata col padre ad Auschwitz perché ebrea. Lei ritornò (una dei 25 bimbi italiani sopravvissuti su 776 deportati), il babbo morì nel campo di sterminio. Nominata senatrice nel 2018, la milanese Liliana Segre è sempre in prima linea contro ogni forma di intolleranza e di razzismo. 

MARCO PIURI, AD TRENORD 4
Ha preso le redini di Trenord solo 5 mesi fa, quindi lo sfacelo sui binari della Lombardia non è colpa sua né si pretende la bacchetta magica, ma i primi passi non sono rassicuranti: come il taglio di 160 treni, sostituiti con bus che arrivano se arrivano. Almeno è sincero quando dichiara: «Per i prossimi due anni la situazione non cambierà». Pendolari, rassegnatevi.

ARRIGO GIANA, DIRETTORE ATM 7
Due i fiori all’occhiello. L’introduzione del contactless in metrò: il biglietto si paga passando la carta di credito nel tornello apposito. E poi la campagna #cedilposto con spille blu da appuntarsi se si è soggetti deboli: anziani, donne incinte, persone bisognose. Bene anche l’instancabile assessore alla Mobilità Marco Granelli (voto 7), sempre in prima linea e che ci mette la faccia quando si tratta di smog, Area C e B, esondazioni. Certo, nel 2019 si addensa la nube grigia del biglietto a 2 euro.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Dicembre 2018, 11:26
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