Covid, focolaio all'ospedale Sacco di Milano: infettati 20 infermieri e alcuni pazienti. Riapre l'ospedale in Fiera

Milano, focolaio al Sacco: infettati 20 infermieri e alcuni pazienti. Riapre l'ospedale in Fiera

Il contagio corre tra le corsie dell'ospedale Sacco di Milano. Il reparto di cardiologia del nosocomio lombardo è stato chiuso e non accetta altri pazienti, dopo che sono stati trovati casi di positività al Covid in una ventina di infermieri e in alcuni pazienti ricoverati. La chiusura del reparto è stata disposta da circa una settimana e al momento non si accettano altri malati nel reparto, come conferma all'ANSA la direttrice sanitaria dell'ospedale, Lucia Castellani.

«Abbiamo chiuso il reparto la settimana scorsa dopo che una ventina circa degli infermieri del reparto, tra sintomatici e asintomatici, è risultata positiva nonostante il rispetto assoluto delle misure di sicurezza e l'uso dei dispositivi di protezione», precisa. Probabilmente il contagio «è avvenuto all'esterno dell'ospedale - continua Castellani - Anche 5 pazienti sono risultati positivi, ora trasferiti al reparto di malattie infettive. Gli altri, risultati negativi al tampone, vengono comunque tenuti sotto stretta sorveglianza nel reparto di cardiologia, in cui ovviamente è stata fatta la disinfezione ambientale, per verificare che non risultino positivi al virus nel periodo finestra».

 

Riaprono ospedali Milano Fiera e Bergamo. «A Milano vengono, allo stato attuale, attivati i primi 153 posti letto per cure intensive - spiega l'assessore Gallera - suddivisi in 4 moduli da 14 posti, 3 da 16 posti e 7 da 7 posti. A Bergamo invece funzioneranno 4 moduli da 12 posti letto. Queste nuove disponibilità saranno occupate in base allo stato di saturazione dei reparti di terapia intensiva 'Covid' degli ospedali». «La situazione epidemiologica attuale in rapida evoluzione - dice il presidente Fontana - rende necessaria l'adozione di misure organizzative straordinarie per potenziare l'offerta sanitaria di posti letto da destinare all'emergenza-Covid, cercando di garantire contemporaneamente una adeguata assistenza ai pazienti affetti dalle altre patologie».

L'attivazione delle strutture sanitarie temporanee prevede la collaborazione fra la Fondazione IRCCS Cà Granda Policlinico e la Fondazione Ente Fiera per la realtà di Milano e fra l'ASST Papa Giovanni XXII e l'Ente Fiera per quella di Bergamo, con il coinvolgimento delle ATS di riferimento. «Nell'attuazione di questo progetto - spiega ancora Gallera - saranno coinvolti gli operatori degli ospedali Hub della Lombardia che »adotteranno« uno o più moduli degli ospedali in Fiera». La gestione delle attività assistenziali nei vari moduli della Fiera di Milano è affidata agli ospedali Policlinico, Niguarda, San Gerardo Monza, San Matteo Pavia, Varese, Legnano/Busto, Humanitas. In una fase successiva verranno coinvolti gli ospedali di Lecco/Como, Gruppo San Donato e Cremona. Per Bergamo, due moduli saranno gestiti dal Papa Giovanni XXIII e due dagli «Spedali Civili» di Brescia. «Questi Hub - sottolinea Gallera - garantiranno la presenza H24 di equipe mediche, infermieristiche e di supporto per i bisogni assistenziali dei pazienti nel modulo di competenza. Gli 'Hub', a loro volta, saranno supportati dai relativi ospedali 'Spokè per la gestione del personale delle professioni mediche e sanitarie nei propri reparti interni e potranno procedere, all'occorrenza, a nuove assunzioni». «Tutto il sistema Lombardia - concludono Fontana e Gallera - sta lavorando all'unisono per fronteggiare questa nuova fase dell'emergenza Coronavirus, sia a supporto della rete ospedaliera che a beneficio di quella territoriale, attraverso un ulteriore potenziamento dell'esecuzione dei tamponi».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Ottobre 2020, 15:52
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