Occhi lucidi. Silenzio. Mani che si stringono. Al Ridotto dei Palchi Arturo Toscanini del Teatro alla Scala ieri mattina andava in scena il ricordo e la commozione per Carla Fracci. «Una stella importante nel cielo della danza internazionale», il commento del Sovrintendente Dominique Meyer.
«Una morte che lascia sgomenti. La perdita di un’amica, incommensurabile per tutto il mondo della danza», fa sapere il direttore Riccardo Chailly.
Una vera leggenda per il Piermarini. Carla Fracci arriva alla Scala ufficialmente nel 1955 tra ovazioni e tutto esaurito. È stata per tutta la vita sostenitrice del corpo di ballo: «Raccontare il passato è entusiasmante - diceva - Ma guardare al futuro, quello fatto di nuove generazioni, è parimenti importante. La forza dei danzatori sta nell’abbattere l’individualismo».
E sono proprio i giovani scaligeri che ieri erano lì, nel foyer, a ricordarla. «La prima volta che l’ho vista - racconta la prima ballerina Nicoletta Manni - è stato al debutto in Giselle.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Maggio 2021, 14:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA