Tra racconti di persone semplici, rapporti imprigionati dai social e la cornice sempre presente della sua Livorno, il menestrello toscano continua a raccontare la società che si vede cambiare attorno, affrontandola con la provocazione, lo sberleffo e il disincanto. «Le anime storte sono i non allineati - racconta Rondelli - e quelli che una volta potevano essere indicati come gli anarchici. Non si mischiano con il branco e si tengono alla larga dal pensiero mediocre. Non vanno allo stadio a far politica e non hanno un posto in televisione. Ci sono, ma non si vedono». Bobo (Roberto) Rondelli è anche scrittore, volto prestato al cinema in diverse occasioni (oltre che compositore di colonne sonore) e provocatore nato, nonché “ragazzaccio” del quartiere Pontino di Livorno. Classe 1963, Bobo prima della sua (seconda) vita da cantautore solista in giro per i palcoscenici, ha avuto una lunga militanza nelle file degli Ottavo Padiglione con i quali ha suonato fino agli ultimi anni Novanta.
«Oggi mi sento nella fase di maturità ma senza pretendere di insegnare niente a nessuno - dice Rondelli - e in una fase di preparazione a una bella vecchiaia.
Magari potrebbe essere in una comunità freak, dove tra vecchi non esisteranno più gelosie e dove suonare qualche accordo di tanto in tanto per portare la propria testimonianza ai giovani».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Giugno 2018, 06:00
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