Da Ufficiale della Marina a apicoltore nel borgo da 640 abitanti: «Guadagnavo e spendevo tanto, ma per essere felici non basta»

La storia di Carmine Luisi, che ha scelto di tornare in Cilento e investire sulla passione trasmessagli dal nonno

Da Ufficiale della Marina a apicoltore nel borgo da 640 abitanti: «Guadagnavo e spendevo tanto, ma per essere felici non basta»

di Redazione web

Nel cuore del Cilento, tra le tortuose strade che si arrampicano sugli Alburni, si cela un piccolo tesoro: Ottati, un borgo che, con i suoi 640 abitanti, lotta contro lo spopolamento. Ma se la tendenza è quella di un'esodo verso le metropoli, c'è chi ha scelto una via diversa, una strada di ritorno alle radici, di rigenerazione. Questa è la storia di Carmine Luisi, un uomo oggi 3che ha deciso di abbandonare una redditizia carriera da Ufficiale della Marina per seguire la sua passione per l'apicoltura. «Un piccolo paese che si spopola è una sconfitta, sempre», spiega Carmine a Repubblica. «La mia conquista è stata comprendere che per sentirsi realmente felici e realizzati non bisogna guadagnare tanto ma, semplicemente, trovare una dimensione umana».

Il ritorno alle origini

Dopo anni passati a solcare gli oceani come marittimo, Carmine ha deciso che era giunto il momento di cambiare rotta. Ha abbandonato le lunghe assenze e i ritmi frenetici per tornare a Ottati, il suo paese natale. «Mi sono detto che non volevo più essere l’ingranaggio di un sistema che mi sottraeva tempo e felicità, lavorando sette giorni su sette. Lo facevo perché funziona così: più guadagni, più spendi. E non ti fermi mai», racconta. «La vita merita di essere vissuta diversamente. E sono tornato a casa».
Qui, tra le montagne del Cilento, ha dato vita a "Melisir", un'azienda agricola che produce miele artigianale e altri prodotti naturali.

Ciò che iniziò come un semplice hobby tramandato dal nonno, si è trasformato in una missione di vita. «Ho iniziato da due anni - spiega - i costi di avviamento sono stati enormi. Per avere di che vivere a volte, soprattutto nella fase di startup, ho dovuto anche fare qualche serata da cameriere nei ristoranti della zona: insomma, non ho le sicurezze del posto fisso di quando ero marittimo, ma mi sento decisamente meglio. E non tornerei indietro, anche se guadagno certamente di meno».

La qualità della vita

Con il supporto del Comune e il sacrificio personale, Carmine ha creato un'attività che non solo gli permette di vivere in armonia con la natura, ma che contribuisce anche a mantenere vivo il tessuto sociale ed economico di Ottati. «Il mio obiettivo è rigenerare questa comunità», dice con determinazione. «E lo faccio attraverso il mio lavoro con le api e la produzione di miele». Il suo approccio alla vita e al lavoro è radicalmente diverso da quello del passato. Non si tratta solo di guadagnare di meno, ma di vivere in modo più autentico e sostenibile. Carmine ha scelto di privilegiare la qualità della vita rispetto alla quantità di denaro guadagnato, e questo lo rende un esempio per molti giovani che si trovano a fare la stessa scelta tra un futuro incerto nelle grandi città e la possibilità di costruire qualcosa di significativo nelle proprie comunità.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Febbraio 2024, 12:49
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