Allerta a Roma per Pasqua
«Non sono in fuga, non sono scappato», ha detto. «Ora denuncio tutti - minaccia Atef - io lavoro in un bar per mandare i soldi a mia moglie e alle bambini; dal 2012 non sono più uscito dalla Tunisia, sono a Mahdia. Ieri sono andato a lavorare e ho trovato il bar circondato dalla polizia, mi hanno detto che sono ricercato a Roma.. magari mi portassero a Roma», ha aggiunto Atef raccontando che gli è stato riferito di una lettera anonima recapitata all'ambasciata . «Hanno fatto spaventare mia moglie e i miei figli. Mia madre è in ospedale in Francia».
LA MOGLIE: ECCO CHI HA SCRITTO QUELLA LETTERA «Mio marito non è un terrorista, lavora in un bar a Mahdia in Tunisia per mantenere la sua famiglia: la lettera all'ambasciata l'ha scritta la moglie di un suo collega di lavoro con cui mio marito ha avuto un contenzioso economico».
A dirlo a «Chi l'ha visto?» è Beatrice la moglie italiana di Atef Mathlouti, il tunisino ricercato con accusa di terrorismo. «Ieri mattina è venuta la polizia in casa a Palermo, cercavano mio marito: ho detto che mio marito dal 2013 non è più qui a Palermo perché il suo permesso di soggiorno è scaduto. E loro lo sapevano bene. Da quando è scaduto il permesso di soggiorno non riesce a vedere i suoi quattro bambini. Ho dato alla polizia il suo telefono e il suo indirizzo in Tunisia. Sono andata a trovarlo due settimane fa».
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 15:29
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