Stupro in centro a L'Aquila, l'avvocato del 15enne: «Si è inventata tutto perché lui l'aveva respinta»

L'avvocato del giovane accusato di abusi parla di una vendetta seguita a una delusione d'amore

Stupro in centro a L'Aquila, l'avvocato del 15enne: «Si è inventata tutto perché lui l'aveva respinta»

Si indaga sul presunto stupro avvenuto ai danni di una 13enne a L'Aquila due settimane fa. L'avvocato del giovane accusato di abusi parla di una vendetta seguita a una delusione d'amore. Secondo il legale Roberto De Cesaris, infatti, la ragazzina avrebbe inventato tutto perché respinta dal 15enne di origine rumena.

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Come riporta il Messaggero, il legale dell'accusato ha contestato «la rappresentazione cinematografica del caso con il soggetto dello stupratore, della vittima che riesce a divincolarsi dal mostro e che corre a chiedere a aiuto dalle amiche. Il ragazzo non ha mai arrecato violenza alcuna alla ragazza». «Nel pomeriggio del 6 novembre - sempre secondo la ricostruzione del legale - i due ragazzi si sono incontrati sotto i portici di San Bernardino intorno alle 18 e per volere della 13enne che voleva dei chiarimenti in merito a un precedente incontro che c'era stato tra i due circa un mese prima, si sono allontanati per meglio relazionarsi».

E proprio allora il ragazzo avrebbe spiegato di non voler legarsi sentimentalmente perché ancora innamorato dell'ex ragazza.

Un rifiuto che avrebbe portato la ragazzina a escogitare un piano per vendicarsi. La 13enne ha chiesto aiuto per un presunto stupro che non avrebbe trovato conferma dagli accertamenti medici. L'avvocato al Messaggero ha puntualizzato come «il ragazzo ha solo 15 anni ed insieme alla propria famiglia sta vivendo un vero e proprio incubo a causa della pressione mediatica che li vede coinvolti, che tende a creare facili allarmismi. Il minore non ha precedenti penali e non ha mai avuto problemi con la Giustizia. Lo stesso a fronte della situazione creata per le accuse infamanti a lui mosse è vittima incolpevole di puntuali offese e minacce da parte di coloro che con troppa superficialità si dilettano a esercitare una giustizia sommaria dei fatti che stanno compromettendo la vita del minore, influendo sulla propria libertà di poter uscire con tranquillità temendo ritorsioni e sulla reputazione dello stesso e della propria famiglia che confidano sull'operato della magistratura per far emergere la realtà dei fatti». ​


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Novembre 2021, 11:08
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